Michele Nigro, Lapide

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Grazie a “Poesia Ultracontemporanea”, antologia permanente a cura di Sonia Caporossi

Poesia Ultracontemporanea

Lapide in Villa Borghese
benedetta da Esculapio dio
di mali incurabili,
piccolo altare per
sacrifici proibiti,
tu che fosti testimone
di sguardi clandestini
e labbra
ebbre di dolci morsi,
cosa sei ora
se non fredda pietra
bagnata da lacrime
di pioggia e ricordi?

Eppure gli alberi
intorno al silenzio
della realtà ritornata
sono gli stessi
dei discorsi speranzosi
nati già infetti
da un destino crudele.

L’erba e le ghiande
abbandonate a marcire
verso altre primavere
sono forse le briciole
delle carezze di ieri
che preparavano a
nuovi incontri?

Riciclo dell’amore
immortale
per fede caparbia
in una vita bizzarra,
fino all’ultimo
respiro del mondo
e di noi.

(Inedito)

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