Un grazie a Roberto Guerra per le domande e a Davide Longoni per l’ospitalità su “La Zona Morta”, e-magazine che non ha bisogno di presentazioni…
Segue uno stralcio dell’intervista:
In precedenza hai pubblicato una raccolta, “sempre” in chiave sperimentale, intitolata Poesie minori. Pensieri minimi (edizioni nugae 2.0)
Non saprei quanto sperimentale: in passato già altri autori importanti si sono concessi delle pause pubblicando raccolte considerate da loro stessi “minori”. Il sottotitolo, suggeritomi da un’amica di Roma, è “materiali di risulta” perché mi è piaciuto giocare con scritti brevi, al confine tra pensiero poetico e aforisma, esclusi dalla cernita ufficiale: se giocare è ancora considerato un atto sperimentale, nonostante il serio ambito poetico, allora ti rispondo “sì, è una raccolta sperimentale”.
Senza voler fare paragoni irriverenti, scandalizzando qualcuno, proprio in questi giorni sto rileggendo la raccolta “Poesie del disamore” di Cesare Pavese: anch’essa nata dagli “scarti” esclusi da una raccolta ufficiale, mi riferisco a “Lavorare stanca” (1943). Pur senza scadere in una “poesia-sfogo” (a cui Pavese fa riferimento nel suo diario Il mestiere di vivere, affermando di averla risfiorata e vinta) credo che alcune “poesie minori” abbiano comunque dignità di esistere e quindi di essere lette.
Per leggere l’intera intervista: qui!