L’articolo intitolato “Jurij Živago, la morte e il vento…” pubblicato su Poliscritture.
Scrive Ennio Abate:
Caro Michele Nigro, pubblico senz’altro il tuo saggio con in testa il video della scena del film che ho trovato su YouTube, perché ben scritto e tocca problemi (il mondo visto dall’ottica di un bambino; il rapporto tra ideologie, storia e poesia o religione e poesia) per me sfuggenti e irrisolti. Ad essi mi pare che tu dia risposte alle quali non mi riesco a rassegnare: «Chi ha bisogno di religioni quando ha la poesia?», «decide di seguire il vento (non quello della rivoluzione, bensì quello decisamente più interessante dell’esistenza)», «Essendo il poeta, per definizione, fuori dal tempo inteso come asfittico meccanismo storico da cui non farsi stritolare». Resto dell’idea (fortiniana) che la poesia possa finire per essere (spesso, non sempre) la «sporca religione dei poeti», che esistenza e storia non possano (o debbano) essere così rigidamente gerarchizzate (a favore della prima o della seconda), che nessuno – mi arrischio a dire neanche il poeta geniale – possa davvero essere fuori dal tempo (storico).
Michele Nigro, nato nel 1971 in provincia di Napoli, vive a Battipaglia (Sa) dal 1978. Si diletta nella scrittura di racconti, poesie, brevi saggi, articoli per giornali e riviste. Ha diretto la rivista letteraria “Nugae – scritti autografi” fino al 2009. Ha partecipato in passato a numerosi concorsi letterari ed è presente con suoi scritti in antologie e periodici. Nel 2016 è uscita la sua prima raccolta poetica – che ama definire “raccolta di formazione” – intitolata “Nessuno nasce pulito” (edizioni nugae 2.0). Ha pubblicato “Esperimenti”, raccolta di racconti; il mini-saggio “La bistecca di Matrix”; nel 2013 la prima edizione del racconto lungo “Call Center”, nel 2018 la seconda edizione “Call Center – reloaded” e la raccolta “Poesie minori. Pensieri minimi”. Nel 2019, per i tipi delle Edizioni Kolibris, viene pubblicata la raccolta di poesie intitolata “Pomeriggi perduti” (collana di poesia italiana contemporanea “Chiara”), che è anche il nome del suo blog. È del 2020 il volume 2 della raccolta “Poesie minori. Pensieri minimi”; nel 2021 la terza e ultima silloge dei materiali di risulta. Alcune sue poesie sono state tradotte in portoghese, inglese e spagnolo.
Mostra tutti gli articoli di michelenigro2
L'uomo abita l'ombra delle parole, la giostra dell'ombra delle parole. Un "animale metafisico" lo ha definito Albert Caraco: un ente che dà luce al mondo attraverso le parole. Tra la parola e la luce cade l'ombra che le permette di splendere. Il Logos, infatti, è la struttura fondamentale, la lente di ingrandimento con la quale l'uomo legge l'universo.
"Voi, seduti nei comodi uffici abbuffati di tasse e di grasse imposte, diventerete un giorno cibo per i vermi e nessuno s'accorgerà della vostra mancanza. Scarti dell'Universo" cit. I.T.Kostka "Trittico sul cibo" (Quadernetti poetici 2017)