Per liberarsi da questa prigionia sensoriale e informativa c’è chi sceglie l’allucinazione in tutte le sue forme: un deleterio elogio della fuga – da non confondere con l’evasione salvifica – che diviene estraniazione al contrario, ovvero non più causata dall’essere parte di un feroce ingranaggio consumistico deciso dai padroni, ma da un autoesilio difeso con l’aggressività e dal rifiuto totale della ricerca dialogante e compassionevole.
<<… L’evasione non è più intesa, come indicato nel pensiero marxista ed esistenzialista (Heidegger), come “l’atteggiamento di colui che si sottrae all’impegno politico o esistenziale, rifugiandosi nel formalismo, nella vita banale o in una situazione di fuga” ma, al contrario, poiché non sono più affidabili i parametri in base ai quali individuiamo la realtà esistenziale intenzionalmente obnubilata dal mondo dell’economia o la politica intesa come azione vera e non spettacolare diretta alla gestione dello Stato, l’evasione diviene un valore innegabile da ricercare ed esercitare costantemente proprio in vista di una riscoperta di ciò che il Sistema preferisce tenere nascosto.
Per liberarsi da questa prigionia sensoriale e informativa c’è chi sceglie l’allucinazione in tutte le sue forme: un deleterio elogio della fuga – da non confondere con l’evasione salvifica – che diviene estraniazione al contrario, ovvero non più causata dall’essere parte di un feroce ingranaggio consumistico deciso dai padroni, ma…
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