(tratta da “Nessuno nasce pulito”, ed. nugae 2.0 – 2016)
Spostarsi in avanti con il corpo
a seguire una mente già libera
in viaggio da secoli
attraverso spazio e tempo.
Figure care e pesanti mi rallentano, parole inutili,
schemi abituali, gesti prigionieri di un déjà vu
abbandonati con naturalezza
lungo la strada, per sopravvivere.
Il desiderio di diventare sordo all’oggi
estremo atto liberatorio,
l’onda d’urto dell’insoddisfazione
proietta vestigia ancora calde
verso probabili futuri.
Dietro di te involucri
di esistenze pregresse
come conchiglie frantumate
su spiagge interiori.
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