(Tratta dalla raccolta “Nessuno nasce pulito”, ed. nugae 2.0 – 2016)
Non tace dentro di te il capriccio del possesso
troppo forte è lo scellerato grido liberatorio
di una falsa vendetta che lascia intatta la sete.
La trasfigurazione renderà l’oggetto
incondivisibile e unico in eterno.
Intercetto il tuo odio malato, l’ho vissuto
assomiglia alla frustrazione del mondo.
Il non detto che sembrava amore
scava gallerie dolorose e inguaribili in una dignità precaria.
Come aerei primordiali incapaci di prendere quota
restiamo a terra senza confronto, a nutrirci di ipotesi e paranoie
impotenti e orgogliosi, inferiori per convinzione.
La speranza è nel decadimento naturale
di un ossessionante io,
nel riscoprire la voglia di ridere di se.
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