“… Prima di quel maggio, almeno
nel buio dei suoni lucani
c’era la luce di lei
lontana
voce che confortava
in qualche modo
gli orizzonti impossibili,
miracolo d’autunno
difficile da rifare…”(da “Pomeriggi perduti”, 2019)
E ora che tutto
il superfluo tace intorno
alla mia sete di
silenzio parlato,
mi chiedo
come conoscevate
le cose del mondo
le notizie di guerre finite
e di progressi a venire,
di quale dimensione
umana
vi accontentavate?
A volte
un gracchiare di radio
un giornale scaduto
mangiando formaggio francese
coi vicini non estranei.
Prima di quel maggio, almeno
nel buio dei suoni lucani
c’era la luce di lei
lontana
voce che confortava
in qualche modo
gli orizzonti impossibili,
miracolo d’autunno
difficile da rifare.
L’immaginazione risorge
da carte stampate e lette,
la voglia di andare a vedere
di persona
partendo da quelle pagine,
come amori perduti
che ancora riscaldano
l’intenzione di vivere.
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immagine: “In profondità”
di Pawel Kuczynski
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