versione pdf: 3 domande a Simona Genta, “Compagnia dei Poeti Erranti”
Ho rivolto stavolta le canoniche 3 domande, come da tradizione delle mini-interviste che di tanto in tanto propongo su “Pomeriggi perduti”, a Simona Genta, promotrice culturale, organizzatrice di eventi, poetessa, scrittrice e curatrice, insieme ad altri “fondatori”, della “Compagnia dei Poeti Erranti” di Salerno, che da alcuni anni opera sul territorio attirando intorno a sé e ai propri happening poeti, scrittori, studiosi e “semplici” uditori interessati dal punto di vista culturale, provenienti da ogni parte d’Italia.
(m.n.) La parola “compagnia” evoca avventure tolkieniane; “erranti” definisce bene la condizione esistenziale ed editoriale del poeta in generale, sempre in cerca di chi ascolti e pubblichi la sua parola. Quando e come è nata, e cosa offre agli autori la “Compagnia dei Poeti Erranti”?
(s.g.) La Compagnia dei Poeti Erranti è un’associazione culturale nata nel 2017 con lo scopo di diffondere la bellezza dell’arte in ogni sua forma, attraverso eventi itineranti in location storiche per far conoscere le bellezze artistiche e paesaggistiche della città. L’idea è quella di proporre uno spazio interamente dedicato all’arte, un po’ come accadeva nei salotti culturali di un tempo, partendo dai grandi modelli dei salotti francesi e italiani, ma ispirandomi soprattutto al celebre salotto fiorentino della contessa di Albany. Noi della Compagnia dei Poeti Erranti siamo un gruppo di uomini e donne appassionati che condividono il sapere, perché crediamo fermamente che la bellezza dell’arte possa davvero salvarci dall’abbrutimento.
Molti riassumono, forse troppo semplicisticamente, la situazione della poesia italiana contemporanea dicendo che “tutti scrivono, pochi leggono; si pubblica troppo e male”. Sei d’accordo e che valutazione senti di poter dare, invece, in qualità di organizzatrice di eventi culturali e in particolare poetici?
Purtroppo, e lo dico con una punta di tristezza, la cultura italiana ha subito un calo vertiginoso di qualità. Probabilmente la colpa è da attribuire alla società che vuole l’uomo schiavo. Credo che i libri abbiano un grande potere, soprattutto perché ci aiutano a liberarci dalle catene della mente. Ma, ahimè, si legge poco e male. Ci sono molti scrittori e pochi lettori. La causa del declino della letteratura è da imputare alle case editrici a pagamento, che puntano sulla vanità di certi scrittori – o meglio scribacchìni – che pur di vedere pubblicate le loro opere pagherebbero fior di quattrini. Per non parlare dei concorsi di poesie con pluripremiati poeti, che sfoggiano trofei, medaglie e targhe di ogni genere come se fossero pièces de musée. I più grandi letterati di tutti i tempi non hanno pubblicato così tanti libri né vinto altrettanti premi.
Simona Genta lettrice: quali letterature prediligi e quindi quali libri attualmente albergano sul tuo comodino?
Da femminista quale sono, amo leggere libri sul femminismo e l’emancipazione femminile. Oggi sul mio comodino ho due libri: uno di Amos Oz “Michael mio”; l’altro di Rossella Postorino “Le assaggiatrici”.
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(ph, FONTE: profilo FB di Simona Genta)
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