Edoardo Bennato e il “Peter Pan Rock ’n’ Roll tour”

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post dedicato all’amico Antonio Scarpone,
scomparso maledettamente troppo presto
di notte, mentre ero a questo concerto di Bennato…
Che bello tornare in teatro, ed è ancora più bello se si torna per un concerto. Ieri sera uno strepitoso Edoardo Bennato – per celebrare i 40 anni di “Sono solo canzonette”– ha preso in ostaggio per più di due ore il suo pubblico di Napoli al Teatro Augusteo, meravigliosamente assembrato come in tempi pre-pandemici e nonostante le ffp2 a nascondere le labbra in movimento, mai stanco di canticchiare le storiche canzoni del “rinnegato”. Inizialmente accompagnato dal quartetto d’archi “Flegreo”, l’architetto Bennato è esploso in faccia alla sua gente, in attesa da due anni di ritornare in presenza, con la classica formazione rock (la “On stage Be Band”) che ha reso arduo il restare seduti in un teatro strapieno quando sullo sfondo, alle spalle dei musicisti, è ricomparsa in un’animazione, minacciosa e mai passata di moda, la Torre di Babele che imperterriti continuiamo a costruire. Brani tratti dagli album che lo hanno condotto al successo e da quelli più recenti, passando per la parentesi trasformista di Joe Sarnataro che ancora oggi si chiede “Sotto viale Augusto che ce sta?”, fino a rituffarsi nella musica di quel Peter Pan che si porta dietro da sempre, incapace di diventare adulto perché allergico ai dettami del sistema (primo fra tutti quello discografico)… Un concerto “infinito” tra spiegoni biascicati (Edoardo Bennato è stato sempre più bravo a suonare e cantare che a parlare in maniera lineare: da qui la nostra rassicurante certezza che non si darà mai alla politica come il protagonista del brano “Vutammo pe te'”!) e la voglia di ripercorrersi in compagnia di un pubblico trasversale, dai capelli bianchi della prima ora, al ragazzino “iniziato” dal padre al rock partenopeo: la materia c’è, favole da raccontare e ancora attuali quante ne vogliamo. Bennato ha sottolineato più volte che i personaggi collodiani sono attualissimi, e l’inventore di Pinocchio “chissà cosa avrebbe pensato di quest’epoca” in cui grilli parlanti, gatti e volpi non mancano affatto. Dopo il dolce omaggio all’amico scomparso Tito Stagno con il brano “La luna”, l’apoteosi viene raggiunta quando alla fine del concerto il quartetto d’archi si unisce alla band rock: chitarre elettriche e violini suonati in piedi o pizzicati, come scacciapensieri nei fumosi saloon di un Far West immaginifico.

Rock band in piena potenza di fuoco con Giuseppe Scarpato (chitarre), Raffaele Lopez (tastiere), Gennaro Porcelli (chitarre), Arduino Lopez (basso), Roberto Perrone (batteria), e momenti solitari con tamburello a pedale e kazoo; anche l’armonica a bocca del “one man band” ha ripreso a emozionarci dopo i vari lockdown, regioni a colori e concerti rinviati causa covid: il “busker” londinese è tornato più agguerrito che mai per insegnarci a combattere contro vecchi mangiafuoco e nuovi imbonitori neoliberisti (non sono mancate velate stoccate ai “Dotti, medici e sapienti”, non importa se sìvax o novax, che in questo periodo pandemico hanno reso tutto più conflittuale); combattere e combattersi, perché “La realtà non può essere questa” e anche se sembriamo come dei burattini attaccati ai fili delle regole anti-covid, in noi non deve mai venire meno la voglia di discernere, di rialzarsi, di continuare a sognare e a seguire l’unico filo che conta, quello della “fantasia, macchina eccezionale”, capace di farci superare periodi storici difficili. Stavolta il rocker rivoluzionario e anti-establishment non ci istiga alla rivolta contro i pirati della politica e delle televisioni, ma ci sussurra un più saggio e paziente (senza crederci troppo!) “Bravi… su! Bravi ragazzi / ma non è il caso di agitarsi… / bravi… su! fate i bravi ragazzi / vedrete che poi / sistemeremo tutto…”. In attesa che passi questa assurda fase storica, manteniamoci vivi interiormente, coltiviamoci e non perdiamoci di vista. Cantiamo dietro la mascherina le nostre canzoni preferite, tanto la musica non la ferma niente e nessuno! Tanto prima o poi torneremo a cantarci in faccia…

2 pensieri riguardo “Edoardo Bennato e il “Peter Pan Rock ’n’ Roll tour”

  1. una fortuna ascoltarlo dal vivo ( a me capitò ormai troppi anni fa) ma lo seguo sempre perchè come De Andrè, Guccini e in parte Dalla è l’unico che ha scitto testi forti restando distaccato da tutto ciò che era la musica commercialmente facile, sensibilizzando le coscienze

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    1. anch’io ho visto varie volte entrambi i fratelli Bennato ma stavolta, complice il teatro, la simbiosi archi/rock ha prodotto effetti indimenticabili… Eugenio lo apprezzo per un altro tipo di ricerca; Edoardo è rock partenopeo, l’unico rappresentante, con un messaggio che scava anche se veicolato da una fantasia apparentemente leggera.

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