versione pdf: Maria Teresa Infante su “Pomeriggi perduti” di Michele Nigro
Una ricca e sentita recensione della poetessa Maria Teresa Infante, che ringrazio, alla mia raccolta “Pomeriggi perduti”…

// Era bella, sì / era bella la mia poesia / e non la ricordo. /
(da Onirica, pag. 75)
La ricercata poetica di Michele Nigro esula da una qualunque omologazione, uguale solo a sé stessa è inscritta nella latitanza dell’ovvio – svincolata dalle gabbie modaiole o artificiose – in cui i dettagli diventano espanso interiore di solida grammatura intellettuale sorretta da un’interiorità potente e insieme disarmante, sofferente ma pronta a resistere, graffiante a tratti, significante di un’anamnesi esistenziale che passa dalle strade del quotidiano fino ad “ascendere per discendere” nell’animo umano.
Tra le centootto pagine del volume vi è la commistione degli elementi esperienziali umani e la mimesi elettiva, rigenerante, indispensabile al poeta che ne ha assorbito il carico e avverte il gemito fratturale del bacino emotivo:
Ora che so di questa
eredità di parole sparse
più dolce m’appare
all’orizzonte la morte
che…
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