al mio daimon
Il felino di casa
abbandona notturno
le vecchie ossa
di madre adottiva,
forse già avverte
il freddo dell’aldilà
la malattia e la morte
accampate sull’uscio
dell’umano declino.
La porta socchiusa sul mondo
per andare e venire
a caccia di cibi sicuri,
dormire tra le gambe
di futuri padroni
eredi della solitudine,
il calore di un incerto domani
da preservare.
E sul petto insonne
quel ronfante non lasciarmi solo
nella notte senza lei,
per credere ancora
in scomodi amori a seguire.
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(tratta dalla raccolta “Pomeriggi perduti”)