In questo nuovo video del canale YouTube DIALOGHI DA BAR, Franco Innella e Michele Nigro presentano il libro “Attraverso il Cilento – Il viaggio di C. T. Ramage da Paestum a Policastro nel 1828”. Introduzione, traduzione e note di Raffaele Riccio; postfazione di Roberto Ritondale. Edizioni dell’Ippogrifo (2014).
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“Pomeriggi perduti” su Periodico Daily
Ringrazio la giornalista Elena Canini per questa interessante, articolata e ben curata recensione/intervista alla mia raccolta “Pomeriggi perduti”, e l’e-magazine “Periodico Daily” per l’ospitalità…
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“… Cosa le trasmette la poesia?
Quando leggo i “grandi” cerco di assaporare i loro versi e attraverso essi di riconoscere le esperienze esistenziali che li hanno direttamente o indirettamente influenzati. Ma più di ogni altra cosa, cerco di riconoscermi nel messaggio universale (quindi rivolto anche a me) che veicolano. Solo così la poesia “degli altri” diventa mia. La mia poetica, invece, come quella di ogni poeta, prende vita da un atto di “ricezione”: come antenne nel cielo, scriviamo ciò che percepiamo. Il trasmettere ad altri, il pubblicare, è una scelta secondaria che non deve mai prendere il sopravvento sulla sacralità della creazione…”
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Per leggere l’intera recensione/intervista: QUI!
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versione pdf dell’intervista: Intervista a Michele Nigro per “Periodico Daily”
Moratoria poetica

Diego Ghisleni su “Pomeriggi perduti”, per “Intermezzo” rivista
Una lunga, analitica, interessante e ricca recensione riguardante la raccolta “Pomeriggi perduti”, a firma del critico letterario Diego Ghisleni, è stata pubblicata sulla giovane rivista “Intermezzo” fondata e diretta da Alessandra Familiari, Greta Sala e Nicola Vavassori. (In seguito a “evoluzioni redazionali”, la recensione di Diego Ghisleni è stata spostata su Aratea Cultura; vedi link sottostante – 17/10/2021).
Per leggere la recensione: QUI!
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“… Risponde a un’eco classica il dettato poetico che l’autore modula su filatrici moderne, poiché la rigida presa di posizione nei confronti di una realtà che veste stretta si giustifica in parallelo a un insistito scorgere la vacuità di una vita che il tempo scandisce inesorabilmente verso l’unica certezza che possiede. Nella raccolta, un ticchettio angosciosamente insistito torna in numerosi componimenti per ribadire la sua immanenza e rendersi palpabile, palesandosi a tutti gli effetti nelle poesie in cui gli enjambement restituiscono l’idea di un verso messo in fuga dall’incombere del destino di morte, come nel brano Eternity: “Colpevoli di fiducia / nell’infinito / infilzate da lancette crudeli / giocano con l’effimero presente / le nostre morenti carni”…”
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