Le ostriche di Johannesburg

(tratto dalla raccolta di racconti “Esperimenti”)

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“… Nessuno si preoccupava più del vertice saltato, perché tanto tra sei mesi ne avrebbero fatto un altro nel Burkina Faso dal titolo: “Le proteine digeribili nell’Africa del Nuovo Millennio: prospettive e speranze per un mondo migliore”.

Mentre il Presidente di turno dell’ U.P.S.P. succhiava senza tregua la polpa delle ostriche dal loro involucro grossolano aiutandosi con un cucchiaino d’argento, sentì qualcosa di duro e liscio sotto i denti e fece appena in tempo a sputare fuori il corpo estraneo che altrimenti avrebbe ingoiato insieme al premiato mollusco. Si trattava di una perla. Sul mercato dei gioielli avrebbe fruttato un bel po’ e la rarità della scoperta (i cuochi sono molto attenti a certe preziose sorprese mentre cucinano) causò interessi e ipocrite pacche sulla spalla da parte di chi aveva solo gustato la polpa senza la fortuna di masticare perle. I bottoni delle camicie erano messi a dura prova e i tailleur delle signore puzzavano di frittura…”

N I G R I C A N T E

“Signor Presidente…! Fuori piove a dirotto e la città a quest’ora sarà piena di poveracci che vagano alla ricerca di un posto asciutto in cui ripararsi, dal momento che le loro bidonville avranno già imbarcato acqua e altre cose indefinibili…!” – disse il segretario affettato con un tono tra il divertito, pensando alle “cose indefinibili” su cui aveva a stento trattenuto la lingua e il preoccupato, pensando al doppiopetto del Presidente, firmato Ermenegildo Zegna. Il costoso abito non avrebbe reagito bene all’acqua piovana se per caso il Presidente, colto da un raptus di solidarietà popolare, avesse deciso di camminare a piedi tra le strade di Johannesburg fino al quasi vicino centro congressi in cui si teneva il “raduno” internazionale dell’Unione Presidenti Solidali e Preoccupati (sigla U.P.S.P. – che sembra più un richiamo usato da vecchi sporcaccioni quando vogliono attirare l’attenzione di giovani ragazze sugli autobus o all’uscita delle scuole!…

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Old water

New-York-2050-sommersa

Raccogli segni fossili
di quando c’era il mare
dove ora parli ai monti,

non toglierli da lì, dal loro attimo
non pensare che siano morti,
torneranno le antiche acque
per umani errori da punire

riprenderanno a muoversi
agitando code e valve
padroni in città sommerse
scendendo da liquide alture.

Resurrection City

nebbia

Sospesa è l’umida notte
su strade di freddo vapore,
le ore esanimi
di muta nebbia calano
contro chiuse speranze e chiese
immemori di salvezze promesse,
un’afona luce marziana
esonda dal cielo morente
di paterni coprifuoco

penetra nei silenzi
serrati dietro porte insicure, questa pace
assurda come di quaresima
senza credenti da benedire

assorto nell’assenza
di vita, non chiedi più
al sordo Golgota
la natura del tuo esilio.