Il mio articolo “Nanni Moretti, tra etica ed estetica” (già pubblicato su questo blog, qui) è stato riproposto su Pangea, rivista avventuriera di cultura e idee, “una delle migliori rassegne culturali in Italia”, curata dal giornalista, poeta, scrittore e critico letterario Davide Brullo e che da sempre pubblica articoli interessanti e culturalmente stimolanti.
Asciugare il gesto,
separare la pula dell’inutile
dall’azione che resta
nella storia non studiata
nell’impronta del rivisto
dannato è il tempo passato
dello sciabolare al vento
della vana lotta con armi alla moda
del ridicolo tagliarsi le mani
con vetri di rabbia sembrata giusta
beato nell’oblio del non riflettersi
cercarsi nel solo eterno presente
che tutto perdona e archivia,
condannato a non ripetersi
è il destino del saggio,
la rivolta che non incide
carcame su cui scivola.
.
Il mondo è una sirena ululante
Il mondo è una sirena ululante
che da balconi nebbiosi e distanti
squarcia la notte legnosa sui mari,
naviganti a vista in strani autunni
fatti di primavera e zanzare ebbre
dentro di noi le foglie cadevano già
da tempi immemorabili, senza appello
silenti come lievi inganni sull’acqua dell’eterno,
ma è forte la vita sorpresa dall’inciampo si riscopre cocciuta sulla linea…
Presentiamo il numero di ottobre che, oltre a contenere le rubriche fisse, curate da Maria Rosaria Teni, fondatrice e responsabile della rivista, da Maria Antonietta Valzano, vice responsabile, da Cipriano Gentilino, Apostolos Apostolou e Maria Rosaria Perrone, collaboratori della rivista, offre proposte letterarie interessanti curate da scrittori e poeti che, quotidianamente, inviano i loro contributi alla redazione e la arricchiscono di contenuti di alto pregio. Non mancano le Poesie d’Autore, per celebrare la nostra monumentale tradizione letteraria.
Non mi resta dunque che augurarvi Buona lettura e ringraziare tutti i collaboratori e gli ospiti presenti in questo numero.
È scaricabile gratuitamente e si può leggere online al link sottostante:
Un grazie sincero alla rivista “Cultura Oltre” e in particolar modo a Maria Rosaria Teni per aver pubblicato e soprattutto VALUTATO (cosa rara oggi in questo egoico guazzabuglio ‘social’ di soliloqui incrociati) una mia silloge inedita…
Una poetica molto incisiva e vibrante è quella che si presenta con i versi di Michele Nigro che, con sapiente e nitido realismo, tratteggia vissuti di straordinaria drammaticità, nel momento in cui vengono scritti e danno vita a liriche di intensa profondità emotiva. Nelle poesie che presenta, il poeta “vorrebbe cantare di mondi oscuri” con la consapevolezza, tuttavia, di perdere pezzi di umanità in un mondo dove prevale la logica del potere e della sopraffazione. Il poeta diventa, dunque, cantore di una storia fatta di ore buie, di disillusioni, di padri che non vedranno l’erba calpestata dai figli, perché persi tra solitudini vuote di memorie. La breve raccolta che presentiamo, costituita da sei liriche, ha un forte valore intrinseco, soprattutto per la capacità di trattare tematiche universali e dolenti che vedono gli uomini percorrere “solitari ma uniti gli infiniti percorsi” di una vita sfuggente che lascia ferite…
// Era bella, sì / era bella la mia poesia / e non la ricordo. / (da Onirica, pag. 75)
La ricercata poetica di Michele Nigro esula da una qualunque omologazione, uguale solo a sé stessa è inscritta nella latitanza dell’ovvio – svincolata dalle gabbie modaiole o artificiose – in cui i dettagli diventano espanso interiore di solida grammatura intellettuale sorretta da un’interiorità potente e insieme disarmante, sofferente ma pronta a resistere, graffiante a tratti, significante di un’anamnesi esistenziale che passa dalle strade del quotidiano fino ad “ascendere per discendere” nell’animo umano.
Tra le centootto pagine del volume vi è la commistione degli elementi esperienziali umani e la mimesi elettiva, rigenerante, indispensabile al poeta che ne ha assorbito il carico e avverte il gemito fratturale del bacino emotivo:
Ora che so di questa eredità di parole sparse più dolce m’appare all’orizzonte la morte che…
Il mio articolo “Il passaggio degli angeli”, dal romanzo di Périer ai film di Wenders (già pubblicato su questo blog, qui) è stato riproposto su Pangea, rivista avventuriera di cultura e idee, “una delle migliori rassegne culturali in Italia”, curata dal giornalista, poeta, scrittore e critico letterario Davide Brullo e che da sempre pubblica articoli interessanti e culturalmente stimolanti.
Il mio articolo “Logiche autunnali” (già pubblicato su “Nigricante”, qui, e in seguito ripreso anche su questo blog, qui) è stato riproposto su Pangea, rivista avventuriera di cultura e idee, “una delle migliori rassegne culturali in Italia”, curata dal giornalista, poeta, scrittore e critico letterario Davide Brullo e che da sempre pubblica articoli interessanti e culturalmente stimolanti.
Su Margutte, Non-rivista online di letteratura e altro, curata da Silvia Pio e Gabriella Mongardi, una gradita segnalazione alla raccolta “Pomeriggi perduti” per la rubrica La voce di Calliope. Un grazie alla Redazione!
Il mio articolo “Zelig e i nuovi anni 20” (già pubblicato su questo blog, qui) è stato riproposto su Pangea, rivista avventuriera di cultura e idee, “una delle migliori rassegne culturali in Italia”, curata dal giornalista, poeta, scrittore e critico letterario Davide Brullo e che da sempre pubblica articoli interessanti e culturalmente stimolanti.
Sul bel numero di luglio di “Leggere:tutti”, dedicato al tema del viaggio, una recensione/segnalazione di Gisella Blanco alla mia raccolta “Pomeriggi perduti”…
Dopo la pubblicazione della recensione di Gisella Blanco a “Pomeriggi perduti”apparsa on line, come già ricordato qui, ecco anche la versione per il numero cartaceo di Luglio, a pag. 34, rubrica Zibaldone. In edicola e libreria!
Ringrazio la giornalistaElena Canini per questa interessante, articolata e ben curata recensione/intervista alla mia raccolta“Pomeriggi perduti”, e l’e-magazine“Periodico Daily” per l’ospitalità…
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“… Cosa le trasmette la poesia?
Quando leggo i “grandi” cerco di assaporare i loro versi e attraverso essi di riconoscere le esperienze esistenziali che li hanno direttamente o indirettamente influenzati. Ma più di ogni altra cosa, cerco di riconoscermi nel messaggio universale (quindi rivolto anche a me) che veicolano. Solo così la poesia “degli altri” diventa mia. La mia poetica, invece, come quella di ogni poeta, prende vita da un atto di “ricezione”: come antenne nel cielo, scriviamo ciò che percepiamo. Il trasmettere ad altri, il pubblicare, è una scelta secondaria che non deve mai prendere il sopravvento sulla sacralità della creazione…”
Quando finalmente i vigili del fuoco ebbero sfondato la porta, l’odore, che fino a quel momento era filtrato attraverso gli spiragli, si diffuse per tutto il pianerottolo. La signora Lotti, che abitava nell’appartamento di fianco, fece un passo indietro; i volontari della Misericordia entrarono con la barella; Lorella strinse il braccio di suor Maria Consolazione.
L'uomo abita l'ombra delle parole, la giostra dell'ombra delle parole. Un "animale metafisico" lo ha definito Albert Caraco: un ente che dà luce al mondo attraverso le parole. Tra la parola e la luce cade l'ombra che le permette di splendere. Il Logos, infatti, è la struttura fondamentale, la lente di ingrandimento con la quale l'uomo legge l'universo.
"Voi, seduti nei comodi uffici abbuffati di tasse e di grasse imposte, diventerete un giorno cibo per i vermi e nessuno s'accorgerà della vostra mancanza. Scarti dell'Universo" cit. I.T.Kostka "Trittico sul cibo" (Quadernetti poetici 2017)