Sull’annosa diatriba tra efficiente salutismo estetico e intellettualismo passivo,
se sia più nobile e bello rimanere in forma per la guerra, e morire in perfetta
salute fisica, o godersi la vita nell’ombra e gozzovigliando andarsene felici e
malaticci. Ovvero se l’idealismo, la felicità, il coraggio e l’intelligenza siano
sempre incompatibili con l’inestetismo e il non interventismo.
Pax in tavola
a Mario Monicelli e Vittorio Gassman
Sacrificar lo ventre alla beltà
è come sputar fin su lo crocifisso
la vita è bella nella sazietà
non per morir nella battaglia d’Isso.
Entrar dentro la bettola coi compari
senza sporcar di schiuma il grugno
è ‘n po’ come girar per lupanari
senza fornir la potta al terzo pugno.
Abili guerrieri, servi e frati in arme
lasciate in terra spada, scudo e lancia.
Per lo martirio siete già in allarme
e non prestate orecchio al suon di pancia?
Per divenir concime il tempo abbonda
non disdegnate tavola e cantine.
Voglio una barba che di vino gronda
e non sentirmi lesto al fosso affine.
Prodi crociati che v’allenate in piazza
non canzonate il lardo che m’adorna.
Meglio morir col cibo e la sollazza
più tòsto d’esser bardo che non torna.
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(tratta dalla raccolta “Nessuno nasce pulito”, ed. nugae 2.0 – 2016)
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