Le cose che siamo stati

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(Cedi la strada all’orogenesi)*

Camperò di rendita
su parole già spese,
non sarà docile
il confronto tra personaggi,
quelli indossati negli anni sospesi
e i dimenticati per sopravvivere.

Quante cose siamo stati
quante tentato di essere
e che peso ha oggi la piccola storia
la stratigrafia dei fatti preziosi
il bagaglio del viaggiatore
l’orogenesi da antiche esperienze
come rocce affilate in autunno,
tagliano nastri al traguardo
di seconde giovinezze inedite.

Le maschere indossate per copione
diventano una all’imbrunire,
è clemente la sera in provincia
non fa più domande scomode
sui cadaveri lasciati dietro il passo
sui luoghi visitati per errore
sui ritorni senza vittoria
sul giudizio degli estinti
seppellito dall’incuria del presente.

* sottotitolo “scherzoso” e ironico nato dall’interazione con i primi commentatori sui social… parafrasando il noto titolo di una fortuita raccolta.

(foto dal web)

Coda di lacerta

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Coda staccata di lacerta tu sei!
senza sapere chi, come e perché
t’agiti acefala pensandoti viva e sapiente
sull’asfalto incerto della storia.

È uno sgomento ammazzato nel petto
quello che all’alba t’inchioda a bianche lenzuola
funebri i ricordi, si dirada la folla iniziale,

i nostri padri figliavano a frotte per non restare soli
[al tramonto.

Volpe di giorno

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La volpe ha preso coraggio negli anni di fame
attraversa spavalda la strada asfaltata dell’uomo
a mezzogiorno, in piena luce, quasi in mezzo al traffico

conquista la collina lassù, promette cibo
ne ha lasciata una in basso, senza affari
segue la sua via, non teme più la morte in un mondo che muore

ferma le sue orecchie attente nell’aria nuova di sangue fraterno
resta immobile per la chitarra elettrica di un ragazzo senza guerra
da una casa del borgo in pace, vibrazioni di speranza.

“La volpe” – Ivano Fossati

Le case sono guardiani

il corridoio

Le case sono guardiani
di aliti impermanenti,
testimoni muti e fedeli
come i vuoti corridoi di Scola
le sue famiglie e i passaggi
di generazione in estinzione,

lì sopravvivono antiche passioni
per dirsi ancora vivi negli anni
e foto che non rispondono
al matto saluto di ritorno da fughe.

Vegliate, anime non liberate!
sui rimorsi per uno stolto esistere
sulle stanze silenti di vite passate
sul ricordo di voci, le vostre, che non tornano
sul nostro andare sconsolato e testardo.

(immagine tratta dal film “La famiglia” di Ettore Scola – 1987)

Dite il mio nome

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Siamo fi(g)li spezzati,
ancora un altro tramonto
senza i suoni di casa
le litanie serali
i rituali in cucina.

Quando non c’era nulla da comprare
per quale motivo c’incrociavamo
tra le strade della città invernale?

Qualcuno dica il mio nome
prima che il buio prevalga!,
qualcuno sciolga quest’assurdo incantesimo
battendo le mani al ritmo di respiri assenti

e all’alba riapparirò
nel corpo di sempre.

(ph M.Nigro©2023)

Ceneri

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È meglio il ridursi lento
nel fuoco del tempo
o sui tizzoni della fretta industriale

calde ceneri da abbracciare
dinanzi ai dolci panorami serali
di educati lager votati alla sintesi?

Si è ribaltata ormai
la meraviglia di ottobre
tra vili sorprese e tradimenti.
Un vento freddo sbatte, a visitarmi
le serrande nel pomeriggio di libertà,
lo stesso che agita e dirige
come plettri verdi di speranza
le amate cime dei cipressi

guardiani pazienti, i vecchi saggi di ieri
nella tua nuova casa chiamata eternità.

Elvis

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È forse un nuovo ’78
questo gelido inizio
di tarde libertà non richieste,
la strada da fare davanti agli occhi
e alle scarpe di ieri, sempre le stesse?

Inciampi al buio sui titoli di coda
dell’ennesimo Elvis redivivo,
presagio estivo alla fine del tuo mondo
e del nostro ormai privo di senso.
“Ma è il cinema muto?” sfotte sull’età
un bimbo seduto fin dalla nascita
su una morte che non vede.

Prendi il mio braccio! ancora per un po’
tra questa gente senza storia,
torniamo alla luce che conosci
e guarderai tutto non più come prima
attraverso la parte di te sopravvissuta in me.

Chini sull’abisso

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Chini sull’abisso, increduli e vivi
cerchiamo voci senza ritorno
in stanze vuote, colme d’infinito
dove latita il senso, persa è la chiave
del nostro essere qui, non più figli
se non di Dio.

Si aggrappa a un chiaro lascito
a una fede nella presenza a venire
quel che sopravvive in noi,
ai ricordi sparpagliati nella mente
agli oggetti che pungono il cuore
a una vaga volontà di andare oltre
di ricominciare senza un’origine
svuotati, senza meta ormai,
senza più storia alle spalle
senza terra sotto i piedi
senza un faro silente e forte
in questo mare triste
che è ancora vita.

a mia madre

(ph M.Nigro©2022)

Memento mori

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Il risveglio da se stessi dura poco,
una morte improvvisa sfiora il giorno
un falso dolore al petto insenziente
nascosto dietro strani enzimi serali
e si torna felici, vivi, ignoranti
verso casa, una volta ancora
 
la luna immensa nel cielo pulito
non sa niente di guerre a venire
brilla incurante sul nosocomio che ci libera,
ma fasulla è la promessa del viversi meglio
quella voglia di fuga nell’aria buia,
 
ridarsi al mondo più di ieri,
condannare rabbiosi
il sonno precedente il lampo d’inverno.
Un attimo prima di morire
si mordono i gomiti, lì la pelle è troppo morbida
per il non aver fatto, per la fortuna non braccata
come volpe d’argento e d’America
il mancato coraggio sul più bello
l’avventura senza fede,
 
non si riavvolge
l’indole inseguita sui cammini errati.
 
È un respiro nuovo di speranza
questo tornare alla strada,
il messaggio dell’amico lontano
non prevede il suo prossimo aldilà.
 
Avverte sete di esistenza
nella notte dell’alba
il graziato ramingo delle vene,
dura poco il risveglio
 
ché già reclama Morfeo
le ore negate all’inerzia.
versione pdf: Memento mori

Piombo

“… Alle scuole medie
disegnavo rifugi
antiatomici colorati e minuziosi
con tutto quel piombo
che dava speranza…”

(Tratta da “Pomeriggi perduti”, 2019)

Piombo

“Soylent Green…” su Pangea.news

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Il mio articolo “Soylent Green”: dal romanzo al film… (già pubblicato su questo blog, qui) è stato riproposto su Pangearivista avventuriera di cultura e idee, “una delle migliori rassegne culturali in Italia”, curata dal giornalista, poeta, scrittore e critico letterario Davide Brullo e che da sempre pubblica articoli interessanti e culturalmente stimolanti.

Per leggere l’articolo: QUI!

Mal’ore

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Sono le mal’ore notturne
quelle d’inverno cattive e cieche,
strappano virgulti d’anni
alle amicizie sfiorate
con folate di morte
gelate dai rami del futuro

non avvisano dall’uscio
una voce che prepari,
battute lasciate a metà
tra rossi calici ancora pieni
sotto ruderi di cielo

l’età fermata, nel buio cristiano
della pietra inattesa
mentre s’illudono di respiri
e di nuvole impigliate
in finestre di chiesa
come incensi sul mondo

i tristi sopravvissuti
al giorno in più.

(immagine: Alfred Kubin – The Way to Hell, 1904)

Angelo Branduardi – Ballo in Fa# Minore

versione pdf: Mal’ore

Giorni a venire

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Un varco celeste
tra nubi rosa all’alba
e grigie residue minacce
s’apre su città dormienti
illuminate a notte
come uno speranzoso iato.

Lavora la luce
su un nuovo giro di giostra,
ma lento ancora
è il giorno a venire
prigioniero di sogni funesti
e torpori esistenziali.

(tratta dalla raccolta “Nessuno nasce pulito”, ed. nugae 2.0 – 2016)

immagine: dal film “Codice Genesi (The Book of Eli)”

Living Memory 2022 – Ciclo di incontri Giornata della Memoria

Ricevo e con piacere divulgo…

Programma in pdf: ProgrammaLivingMemory2022def

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Egregio/a Dirigente scolastico
Egregio/a Docente

­Anche quest’anno come Associazione Treno della Memoria dal 18 al 28 gennaio proponiamo il percorso Living Memory, un’occasione di approfondimento per gli studenti e le studentesse in occasione della Giornata della Memoria. Visto il proseguire della situazione pandemica, abbiamo deciso anche per il 2022 di mantenere il format sulle piattaforme online in modo da consentire a tutti e tutte di poter seguire i contenuti e le testimonianze dei e delle sopravvissute alla Shoah, un contributo che riteniamo essenziale per portare avanti l’esercizio della memoria. Vogliamo che il 27 gennaio non sia però solo un’opportunità di riflettere sul passato, ma che possa anche fornire ai giovani degli spunti per analizzare il presente e arricchire il loro percorso di cittadinanza attiva, attraverso incontri sull’attualità e sui nuovi strumenti per fare memoria.

La partecipazione agli eventi è gratuita ed è possibile seguire uno o più incontri, che si terranno su piattaforma Zoom e, in contemporanea, in diretta streaming sulla pagina Facebook del Treno della Memoria.

Per l’adesione è necessario inviare una mail all’indirizzo livingmemory@trenodellamemoria.it, indicando gli incontri a cui si è interessati a partecipare e specificando il numero di persone che si intende iscrivere.

In allegato il programma completo degli eventi a cui è possibile iscriversi. Il giorno prima di ciascun evento verrà inviato il link per eseguire l’accesso. […]

Programma in pdf: ProgrammaLivingMemory2022def

Speakeasy

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Dove sono la sfida e la folle riscossa
che seguivano a una crisi, alle sciagure?
I fiumi d’alcol e le danze sfrenate
risposte sorridenti e disperate alla morte
le mode, le nuove idee, le imprese dell’uomo…

Tutto è immobile per le strade, desertica mente
non c’è voglia di rialzarsi dal fondo fangoso,
i sogni non dimorano più tra le stelle
guardiamo cadere uno a uno i nomi di sempre
e i volti cari tra lo stupore del sopravviverci.

Non ci salvano da lontano la luce rossa
né la musica impregnata di vita
dell’ultimo ostinato speakeasy.

(ph M.Nigro©2021)