
[…] Dove finisce la poesia e comincia il pensiero? Questa terza (e ultima, a completamento di una trilogia non richiesta) silloge, creata con “materiali di risulta”, come è stato per la prima pubblicata nel 2018 e la seconda nel 2020, non vuole essere un ostentato elogio della brevità (perché in alcuni casi, pochi in realtà, non si troverà un testo breve) ma il tentativo di definire questo confine, mescolando poesie minori con pensieri minimi, senza fornire indicazioni per distinguere le une dagli altri. Sarà il lettore a separare, in base alla propria sensibilità ed esperienza, le poesie-pensiero dai pensieri poetici. Qualora ve ne fossero. Poesie e pensieri non sprovvisti di ironia, di un piglio dissacratorio, severo, lapidario, a volte rabbioso, di sfumature irriverenti, di parole eccessivamente “quotidiane”. Correndo il rischio di essere sottovalutati o fraintesi, anche se tutto è già stato previsto. Perché, forse, rischia di prendersi troppo sul serio solo chi non sa cogliere nell’apparente banalità la potenziale lungimiranza di un messaggio breve o scanzonato. (dalla Premessa)
[…]
Conservo musica
come pane nel tasco
prima dei molti cammini
nel silenzio cercato.
Tu, senza campo, ladra
di passati in estate
distruggi vecchi diari
foto di quel che eri
e metti in vendita
la casa dell’infanzia.
Donna che non lascia tracce
partirò anche per te
con il favore delle tenebre
verso la nostra dimora ideale.
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Ci si immola in branco
sul palcoscenico dedicato
al morto che scriveva dei morti,
fingendo opportune lacrime
per le future succulenti
mancate novità.
♦
Un cane abbaia inutile
all’afa densa della sera,
nuovi cementi in cartellone
annunciano altre verdi sconfitte
alla fine di questo cicaleggio
non resteranno che vuoti timballi.
♦
Raccogli segni fossili
di quando c’era il mare
dove ora parli ai monti,
non toglierli da lì, dal loro attimo
non pensare che siano morti,
torneranno le antiche acque
per umani errori da punire
riprenderanno a muoversi
agitando code e valve
padroni in città sommerse
scendendo da liquide alture.
♦
Ridicolo è l’outfit
del poeta-performer,
si crede un Mosè rasta
di ritorno dal Comanda-
menti-slam di un dio morto
sulla montagna del troppo detto.
[…]
(Tratto da “Poesie minori. Pensieri minimi”; sottotitolo: materiali di risulta – Vol.3 – ed. nugae 2.0 – anno 2021)
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