La campana delle stimmate
scandisce per vecchi e bambini
le ore alla speranza,
un suono familiare di quartiere
richiama le genti alla storia
al tempo che passa, vivendo.
È un sacro inseguirsi negli anni
tra i vuoti che lasciano e nuovi pieni
tra partenze e arrivi in stazioni esistenziali
ignote nascite a vendetta
di vicine morti private,
ho sentito lieve
provenire notturno
– portato dal gelido respiro della merla –
un vagito inedito, senza nome
sbattezzato al mio affetto
da sotto la stanza chiusa
del tuo addio immacolato.
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