












Non ti sbracci piΓΉ dalla finestra dell’alveare
per salutare quella promessa
donata al mondo, masticata e sputata
da lontano cara minuscola figura, alle partenze
mi accompagnavi con lo sguardo, pregando
fino all’angolo della fiducia.
Ricambiavo,
poi l’ebbrezza della libera autonomia.
A quei tempi le speranze
erano reali e i sogni ancora vividi.
Ora, solo uno stanco controllare
se si Γ¨ giunti vivi al giorno dopo,
il disincanto apre con rassegnazione la porta
a una prodiga presenza inflazionata.
a Jurij AndrΓ¨eviΔ Ε½ivago
Siamo freddi cieli stellati
puntelli di luce ineguale
sul piano curvo del presente.
Ci raggiungono misti bagliori
da obliqui passati pulsanti
tutti insieme, come voci latenti
di un coro ormai spento, spopolato
differenti le distanze dagli astri defunti.
Cos’Γ¨ questa buia condanna
che ogni cosa ricorda, immortala
e conserva gelosa, inconscia
in scrigni di domani sospesi?
Nessuna benevola censura
fa una cernita di noi, che so!
l’assassinio dell’archivista
il repulisti di primavera
uno scarto di ricordi, almeno quelli piΓΉ usati
lasciati alla corrente immemore della vita
sfuggiti, graziati, al fine liberi di tornare
alla fonte, a un’origine delle intenzioni
invece niente, nella scatola dei souvenir
tutto rimane limpido, tenero
sul piano apparente e notturno
di un vivo attuale che non perdona.
AvverrΓ , un giorno
il punto di non ritorno da questo sfondo in cantiere
le dediche disseminate tra le mani di sposa
il ninnolo impolverato scoperto dagli eredi
un suono di campana tibetana, vigliacco di spalle
a svegliare antichi dolori, dolci di vecchiaia, a pugnalare.
β¦
“… Alle scuole medie
disegnavo rifugi
antiatomici colorati e minuziosi
con tutto quel piombo
che dava speranza…”
(Tratta da βPomeriggi perdutiβ, 2019)
Sono saldate ormai
da un sigillo d’addio
le carte d’inverno tradotte
sudate, senza piΓΉ voce privata
per fuochi di guerra
e neve, parole fioccano
sulle grida di madre
lontana protesta dai figli
ingannati, invasori segnati di zeta.
Non offro che freddi versi
dinanzi ai carri del breve secolo
sempre gli stessi e mortali,
tornano, ignari dei dolci tepori d’Aprile
di nuovo su strade straniere.
Incredibile come le coordinate
del cemento custode di ritorni
annuncino quiete primavere
su un sabato privo di macerie.
β¦
(foto: Battaglia di Stalingrado)
Postcards
Da una scatola risalente a vite archiviate
dimenticata sulla cima del monte armadio
sorridenti saluti rettangolari dal mondo
giovanili e fiduciosi come speranze appena scartate
inondano l’epoca delle immediate parole elettriche.
Forse a quest’ora i colleghi scordati li ho giΓ .
Niente piΓΉ stormi in volo,
solo fugaci solitari sguardi dall’alto
su silenziosi porti in disuso.
β¦
(il verso in corsivo Γ¨ tratto dal brano Colleghi trascurati di Paolo Conte)
β¦
(tratta dalla raccoltaΒ βNessuno nasce pulitoβ, ed. nugae 2.0 β 2016)
Arrivederci AntΓ², ci ribeccheremo di nuovo alla fine di questo tunnel chiamato ‘vita’!
Cinque Terre
dedicata ad Antonio
Gli inerpicarsi sudati
in strane, inattese
primavere dβinverno
su nere rocce salate
scavate dal ritmo naturale
di una poesia infinita,
essere giovani, di nuovo
tra spruzzi feroci
dal mare natalizio
che ignora
i non degni di Byron.
La sete di altri scorci
inesplorati, senza futuro
e sprazzi di storia
nel rosso tramonto che
annuncia speranze dβorizzonte,
una preghiera involontaria
diventa strada tra pietre
antiche
come voci evocate.
Proteggimi, pieve di costiera!
agitata da onde di tempo
al tremolio di devote candele
con spuma di persi pensieri
hai salutato nei secoli
schiere di ignoti partenti
su legni
verso lontane fortune.
(m.n.)
β¦
Quando una persona cara, un amico, ci lascia per sempre, subito dopo aver realizzato l’inesorabilitΓ dell’evento chiamato “morte”, che ci priva della presenza ma non del suo riverbero, andiamo istintivamente alla ricerca di quelle briciole lasciate lungo il cammino condiviso con chi Γ¨ scomparso. Facciamo cosΓ¬ con tutti, sempre: Γ¨ una ricerca naturale, umana, spontanea, da non rimandare; Γ¨ un modo – con i nostri poveri mezzi umani – per contrastare l’oblio, il traffico di una vita occupata molto spesso da cose inutili e assurde che ci allontana dall’essenza che conta. Una mossa da fare a caldo per mettere dei paletti cronologici e dire “da qui la dimenticanza non passerΓ !”. Fissare la storia, la micro-storia: quella che non va sui libri di Storia Ufficiale ma che Γ¨ importante per chi l’ha vissuta.
Si tratta di ricordi personali, che tali restano, e di tracce pubbliche, come quelle lasciate da Antonio che era ed Γ¨ poeta, vernacolista, scrittore, saggista, cinefilo, estimatore del grande Fabrizio De AndrΓ©, letterato per studi universitari e per passione, uomo colto inizialmente per il piacere in sΓ© del sapere e in seguito insegnante per il piacere di trasmettere quella conoscenza agli altri, soprattutto alle giovani menti che ha avuto l’occasione di incontrare e plasmare operando nel delicato mondo della scuola. Le briciole sono la testimonianza concreta di ciΓ² che Γ¨ avvenuto realmente e non di ciΓ² che sarebbe potuto essere e non si Γ¨ verificato per altri motivi; forse queste briciole, da raccogliere e valorizzare ogni giorno e non da nascondere sotto il tappeto del tempo,Β sono solo uno stratagemma attuato da noi viventi per alleviare il dolore del distacco e dell’assenza improvvisa, fatto sta che attraverso di esse riusciamo a proseguire un discorso lasciato a metΓ e che non avremmo voluto interrompere. Beato, dunque, chi come Antonio ha lasciato e lascia tracce non solo esistenziali, affettive, biografiche ma anche “intellettuali” da poter rileggere, ripercorrere, rivivere mentalmente. E da cui continuare a trarre un insegnamento perenne…
Di seguito ho pensato di elencare alcune di queste briciole, ma chissΓ quante altre avrΓ sparse in giro nel corso della sua esistenza culturalmente attiva e vissuta all’insegna di una sana e autentica voglia di vivere…! Si tratta di tracce scritturali lasciate da Antonio soprattutto, ma non solo, risalenti al periodo di quando ho avuto l’onore e il piacere di averlo tra i collaboratori della rivista letteraria trimestrale “Nugae – scritti autografi” da me diretta fino al 2009. Quando possibile, ho lasciato il pdf (liberamente scaricabile) o il link al post contenente il contributo di Antonio; in altri casi si tratta di collegamenti a sommari di numeri non disponibili in versione pdf ma solo cartacea.
Ho pensato a questo elenco sperando di fare cosa gradita non solo a familiari, parenti e amici “stretti”, ma soprattutto a chi passerΓ per caso su questo blog non conoscendo il Prof. Antonio Scarpone di Galdo degli Alburni (SA) e trapiantato a Sarzana (SP) per lavoro, a chi non ha fatto in tempo a sviluppare un’amicizia con Antonio, e avrebbe voluto, o a chi lo ha semplicemente sfiorato in questa esistenza e ha capito che c’era molto, ma molto altro ancora da capire e conoscere… Buona lettura e grazie! (m.n.)
Continua a leggere ““With or without you”: rinnegarsi Γ¨ bello!”
Quand’Γ¨ accaduta la prima rilegatura
tra logos e chronos?
ragionamenti misti a versi
fogli volanti dalla storia
prima che il nulla…
E la costrizione al dorso
plotoni allineati
per guerre di memoria
branchi di parole brade
domate da spaghi di tempo,
sporchi tagli di nero sangue
e frontespizi di catrame
su bianche spiagge di sabbia
fine, non Γ¨ ancora il momento
ma sento il fischio dell’epilogo
dietro l’orecchio epatico.
Un’anima di colla
tiene insieme i battiti e i pensieri
destinati all’oblio fatto diario.
Del mondo in gara
lascio il primato effimero
alle sciocchezze digitali,
le tue dediche, nascoste
come immagini osΓ©
sull’ultima pagina di ieri,
ereditΓ per figli immaginati.
Β
β¦
(immagine: Chiharu Shiota)Β
Non c’Γ¨ piΓΉ valido seme
per future illusioni d’amore
eppure
al sentirsi inadeguati
come testi gettati al mondo
segue parallela e timida
la boriosa scintilla del creare.
Non riesci ancora a vedere
una linea che separi
il prima dal dopo
la sciagura virale
perchΓ© quella linea
sei tu. E sei in corso.
Respira e crea
in questa notte cieca
senza un piano da seguire,
percorri te stesso
raccogliti in preghiera
e non farti domande.
β¦
L'uomo abita l'ombra delle parole, la giostra dell'ombra delle parole. Un "animale metafisico" lo ha definito Albert Caraco: un ente che dΓ luce al mondo attraverso le parole. Tra la parola e la luce cade l'ombra che le permette di splendere. Il Logos, infatti, Γ¨ la struttura fondamentale, la lente di ingrandimento con la quale l'uomo legge l'universo.
Rivista culturale on line
occhi aperti
Una libreria per immagini
"Mi lasciai dove avrei avuto tempo per pensare e attesi il fiato grosso del maestrale"
Quando scrivo dimentico che esisto, ma ricordo chi sono.
International Poetry Journal
Rivista Del Possibile
Poesia, scrittura, musica e arte digitale di Sonia Caporossi
"La pittura Γ¨ una poesia muta, e la poesia Γ¨ una pittura cieca"
Poesie, racconti, veritΓ , fantasie, ma soprattutto l'amore.
"Voi, seduti nei comodi uffici abbuffati di tasse e di grasse imposte, diventerete un giorno cibo per i vermi e nessuno s'accorgerΓ della vostra mancanza. Scarti dell'Universo" cit. I.T.Kostka "Trittico sul cibo" (Quadernetti poetici 2017)
la bellezza non Γ¨ che una promessa di felicitΓ
Scusateci per il disagio, stiamo sognando per voi
Poesie, disegni, fotografie, racconti, pensieri ed altre amenitΓ di Carlo Becattini. Tutti i diritti sono riservati.
Solo pensieri scomodi. Accomodatevi.
scrittore in Milano, Mondo
analyst and writer
E la luna - in un cielo di poco piΓΉ scuro - lo guardava dallβalto. Come dimenticare? Egli disse. Altro non esiste che un passo di polvere nella fame del vento. E dopo gridΓ² come un falco e negli occhi lβalveo delle nuvole dove scorre tutto il tempo e nelle mani la sua natura umana, immoderata.
Scrittura e altro