
Memento mori

Un varco celeste
tra nubi rosa all’alba
e grigie residue minacce
s’apre su città dormienti
illuminate a notte
come uno speranzoso iato.
Lavora la luce
su un nuovo giro di giostra,
ma lento ancora
è il giorno a venire
prigioniero di sogni funesti
e torpori esistenziali.
♦
(tratta dalla raccolta “Nessuno nasce pulito”, ed. nugae 2.0 – 2016)
immagine: dal film “Codice Genesi (The Book of Eli)”
Non c’è più valido seme
per future illusioni d’amore
eppure
al sentirsi inadeguati
come testi gettati al mondo
segue parallela e timida
la boriosa scintilla del creare.
Non riesci ancora a vedere
una linea che separi
il prima dal dopo
la sciagura virale
perché quella linea
sei tu. E sei in corso.
Respira e crea
in questa notte cieca
senza un piano da seguire,
percorri te stesso
raccogliti in preghiera
e non farti domande.
♦
Come muta l’amicale consenso
in strabordante fiele d’odio
quando non più asta sei che sorregge
specchi in cui rimiravano presunte gesta
ma muro dolente nell’assenza
narrante solenni vacuità.
I monastici orari del desinare
il silenzio che avvolge il lieto pasto,
si sfaldano le rivalse
neve umana al sole della morte
sul mondo e sugli eventi.
♦
Il vantaggio del mattino
sta in un’alba senza voci
pagine nel silenzio attendono
occhi nuovi e mani riposate,
è sulle foglie d’ulivo
che risplende il primo sole
lode alle carceri
scapestrati per strade in discesa
vagano come bande medievali, ignari
bottiglie rubate e palloni da calciare
tra di essi – forse – il poverello del secolo.
Di questi tempi, un anno fa
disagio mondiale e dolori privati
ormai vecchi, simili a ferite chiuse da sorrisi
li offriamo in preghiera al Re dei re,
non visita più i cuori la malinconia serale
in cambio forze fedeli al calare del mondo.
♦
(ph M.Nigro©2021)
Da lontano, minuscoli e pietosi
nell’immobile aria della sera
i pesanti atti di future sfide
appaiono finalmente
ridicoli gli affanni umani
e le questioni pendenti
le parole ignoranti diventano
scherzi d’autunno.
Darete nomi antenati
agli inattesi frutti dei lombi
per sopravvivere al tempo disperato
all’estinzione forse meritata del cognome,
fino a quando dureranno
le scorte di fede racimolata
dall’ultimo banco dell’assemblea
e di poesia serale
a mitigare dolori ancestrali
rimpianti nuovi di zecca
e quella voglia d’oblio prima di cena.
♦
I detrattori come i colombi
hanno una psiche semplice,
inutile e dispendiosa è la costruzione
di barriere tra stati, muri e reti elettrificate.
Occupare gli spazi – direbbe Occam
è la soluzione più naturale
– la ricerca della sintesi
e della via corta -,
occuparsi del proprio cammino
restare sul pezzo presente
dell’esistente
coltivare obiettivi come se fossero
orchidee rare,
trovando occupato
e il vostro sguardo rivolto altrove
nidificheranno lì dove il vuoto pensiero è
in astinenza da consensi e folle di chiunque.
Coveranno uova nate marce nei liberi anfratti
di chi non ha ancora imparato a stare
solo.
♦
Se non avete idea di come i suoni “scomodi” e catarticamente disturbanti dell’industrial noise possano convivere con la descrizione musicale di un rituale religioso buddista, allora non vi resta che ascoltare le quattro tracce – ognuna con una propria “personalità” -, lasciandovi trasportare da esse in dimensioni altre, che compongono il “Sokushinbutsu Project” (Industrial Ölocaust Recordings, 2021) di Massimo Mascheroni (ODRZ) ed Enrico Ponzoni. Sokushinbutsu significa letteralmente “Buddha nel suo stesso corpo” e si riferisce a un antico rituale praticato fin dal 1100 da alcuni monaci buddisti giapponesi. Le quattro tracks conducono l’ascoltatore dalle dolorose e impegnative fasi preliminari con cui il monaco buddista, l’asceta, si prepara mentalmente e fisicamente, fino al processo finale di morte e di auto-mummificazione: un modo, originale e lontano dalla nostra mentalità edonistica, per contrastare l’entropia e il naturale disfacimento post-mortem del corpo. Se il processo riesce, il corpo resta intatto dopo la morte e la mummia, profumata dagli altri monaci e rivestita con paramenti sacri, può essere così esposta in un tabernacolo e ricevere la visita dei fedeli. Il monaco che si sottopone con successo a questo rituale è un sokushinbutsu, ovvero un Enlightened, un Illuminato: un vero asceta capace di dimostrare la completa padronanza della mente sul corpo, anche al di là della morte. Una pratica inconcepibile per noi occidentali che andiamo in crisi dopo pochi giorni di lockdown e ignoriamo da tempo il concetto di autodisciplina e di distacco dal corpo. Auto-mummificarsi per “salvarsi”, per “morire in maniera alternativa”, per conservarsi negli anni e proiettarsi verso un futuro in cui essere “diversamente vivi”.
Continua a leggere ““Sokushinbutsu Project”, di Massimo Mascheroni ed Enrico Ponzoni”
Un improbabile odore cittadino
di salsedine e benzina
come su ponti di navi giovanili
e tornano timidi sprazzi
di un antico coraggio di strada,
ma le linee notturne e silenti
del sagrato illuminato
mi suggeriscono, ancora
il bisogno di Te, raccolto
nella Parola della sera.
♦
(immagine: “Good News” di Pawel Kuczynski)
Ci si affeziona alle spire del gorgo
diventano casa accogliente
la lenta decadenza dell’intorno
l’acqua inizialmente fredda per la rana in pentola
il cauto passo immobile che non rischia
le passanti lasciate passare, con buona pace di Brassens
sono ormai perse nel tempo
le mille versioni di note
non trasmesse al pianeta,
la disco music mai ascoltata in Italia
rimasta impigliata tra le strade della New York dei ’70,
le estinte band di generi contaminati
vecchi vinili impolverati
microfoni nostalgici di glorie analogiche
cercando di peccare d’onnipresenza
scivolate addosso come cicliche occasioni
ma crudele è l’oceano che divide i timpani dai suoni
del mondo,
attendevano che le andassimo a raccogliere
dal vivo, noi
schiavi di mode masticate da altri
pigri sonori di borborigmi postprandiali.
♦
Braccata dovrà essere
la vita che non attende,
come preziosa volpe d’argento
lungo percorsi autunnali
scruta i tesori nascosti all’umano.
La gioia spremuta da radici
dimenticate a essiccare al sole in ritardo,
la compagna non promessa
e fuori tempo, perché possente è
ancora il respiro di chi abita la terra
cocciuto il passo che desidera vivere
contraria alla tristezza la sua voce in strada
quando richiama i figli degli altri.
È un fantasma d’esistenza
quest’alito di speranza,
e di poco s’accontenta la verità del mondo
ma non conosce l’indigeno
la forza del sentiero all’imbrunire
non sa niente della preghiera serale
del ceppo che arde nel buio della notte.
♦
(ph M.Nigro©2021)
L'uomo abita l'ombra delle parole, la giostra dell'ombra delle parole. Un "animale metafisico" lo ha definito Albert Caraco: un ente che dà luce al mondo attraverso le parole. Tra la parola e la luce cade l'ombra che le permette di splendere. Il Logos, infatti, è la struttura fondamentale, la lente di ingrandimento con la quale l'uomo legge l'universo.
Rivista culturale on line
occhi aperti
Una libreria per immagini
"Mi lasciai dove avrei avuto tempo per pensare e attesi il fiato grosso del maestrale"
Quando scrivo dimentico che esisto, ma ricordo chi sono.
International Poetry Journal
Rivista Del Possibile
Poesia, scrittura, musica e arte digitale di Sonia Caporossi
"La pittura è una poesia muta, e la poesia è una pittura cieca"
Poesie, racconti, verità, fantasie, ma soprattutto l'amore.
"Voi, seduti nei comodi uffici abbuffati di tasse e di grasse imposte, diventerete un giorno cibo per i vermi e nessuno s'accorgerà della vostra mancanza. Scarti dell'Universo" cit. I.T.Kostka "Trittico sul cibo" (Quadernetti poetici 2017)
la bellezza non è che una promessa di felicità
Scusateci per il disagio, stiamo sognando per voi
Poesie, disegni, fotografie, racconti, pensieri ed altre amenità di Carlo Becattini. Tutti i diritti sono riservati.
Solo pensieri scomodi. Accomodatevi.
scrittore in Milano, Mondo
analyst and writer
E la luna - in un cielo di poco più scuro - lo guardava dall’alto. Come dimenticare? Egli disse. Altro non esiste che un passo di polvere nella fame del vento. E dopo gridò come un falco e negli occhi l’alveo delle nuvole dove scorre tutto il tempo e nelle mani la sua natura umana, immoderata.
Scrittura e altro