Guido Davico Bonino e “La letteratura fantastica italiana”

N I G R I C A N T E

Si è rivelato interessante e piacevole fin dalle prime battute l’excursus proposto il giorno 27 ottobre 2011 all’Università di Salerno dal prof. Guido Davico Bonino sulla letteratura fantastica italiana: una tematica che è stata curata in maniera sistematica dagli italianisti del nostro Paese solo a partire dagli anni ’20 e ’30 dello scorso secolo.

La “cicalata” sul fantastico italiano – come ha ribattezzato lo stesso Davico Bonino la sua dotta relazione – è partita da quelli che potremmo definire gli albori e non si è limitata a un’analisi ‘locale’ del genere letterario ma ha preso forza dall’inevitabile considerazione delle esperienze europee e mondiali che di seguito hanno influenzato positivamente gli autori italiani.

Sin dal ‘500 singolari scrittori hanno espresso la loro capacità creativa nell’ambito del fantastico.

Il primo nome illustre a cadere nella ‘rete’ del relatore è stato quello di Giovan Francesco Straparola (1480-1557?) che con la sua raccolta…

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Le parole sono importanti!

Ci si accorge che una frase per noi lineare e semplice da comprendere, assume nella mente del prossimo una conformazione a cui non avevamo pensato, un significato complesso o addirittura diametralmente opposto al pensiero che l’ha generata. Ma allora il linguaggio e la letteratura che deriva dal tentativo plurisecolare di ordinare il linguaggio sotto forma di segni, non sono nient’altro (si fa per dire) che il risultato di un incontrollabile equivoco interpretativo?

N I G R I C A N T E

A volte l’interpretazione soggettiva di una frase o di una singola parola può creare equivoci o deduzioni personali senza fine. Qualcuno di voi potrebbe obiettare che in realtà non esiste un’interpretazione oggettiva ma solo quella soggettiva ha un futuro nell’economia delle relazioni umane. No, amici miei, la mia non è filosofia: è vita pratica. Partire dal presupposto che le parole siano fisicamente limitate e confinate solo quando sono stampate è già di per sé un atto di ingenua presunzione: anche il testo scritto è fluido, libero, ribelle, incontenibile, riciclabile, reinterpretabile, modellabile, adattabile… Soggettivamente adattabile. Chi legge lo sa e lo sa anche lo scrittore intelligente che non si chiude nel suo castello fatto di personaggi apparentemente inattaccabili. Figuriamoci poi la parola parlata, sonorizzata, quella che usiamo tutti i giorni non per relazionare dinanzi a un’assemblea di filologi e glottologi, ma la parola quotidiana che adoperiamo quando andiamo a fare la…

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