La forza che non ricordi

L’età verde, per sua natura
conserva testarde speranze,
anche nel cadere più rotto
mai del tutto si sbuccia l’anima
e il suo ideale vive di rendita,

non latita l’abbraccio di un progetto
umano, divino, casuale ispirazione.

Sguarniti dell’essenza, prima del tramonto
le mani graffiate guardiamo attoniti
nel rialzarci sì, ma senza crederci,

date una nuova ragione per andare
all’uomo orfano dei passi di ieri,
quell’incosciente forza
nel cominciare viaggi cosmici
perché un faro muto l’attendeva
nell’oscurità del suo vivo ritorno.

Non mancò il buio
negli anni dell’esilio,

ti scrivi con la biro
sulla punta delle dita di rughe
per sentirti giovane come a scuola
ancora una volta,
all’inizio di un’altra lezione.

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