Dove sono le doloranti fila in posa
davanti ai feretri del gramo poeta
e dei filosofi noiosi le camere
ardenti di idee non morte
in libri ignorati da masse
bisognose di carezze kitsch
e paillettes tra piatti da lavare e sogni
infranti come lampadine sotto stivali,
– catodico è il facile consenso
già masticato da trucco e parrucco,
predigerito è questo nostro amore
che batte il tempo
alla canzone del momento –
dove il cordoglio fatto marea di fiori
per le non principesse sfortunate
e i non re di imperi a buon mercato.
Quando la veglia funebre
per l’impopolare signor ics
e lo stonato portinaio dei nostri averi,
– ore e ore sotto il sole ignorante
per un selfie col morto,
lo chiamano omaggio (ma a se stessi!),
lo scrittore mondano va in tv
perché ha capito il congegno
e vuol essere amato come una soubrette –
nella chiesa dei non artisti
a quando l’affollata messa
per chi del proprio giorno ormai finito
ne ha fatto un’arte di sopravvivenza?
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versione pdf: Lamentazione per il Signor Ics