Esisteranno, un giorno che non chiameremo
più giorno
anche per noi
un tempo e uno spazio
(non più tempo, non più spazio)
in cui diluire la vita incompresa, la non riuscita
e quella non digerita, in cui disperdere
le questioni di principio e gli affanni
i quotidiani attriti dell’inutile fare
gli orgogli della carne e le posizioni in classifica.
Dove tutto sarà quasi pace, ingiudicato e incolore
o colorato a piacere, con le mani e i piedi della notte camminata
di stelle e vino, sospesi
solo una musica lieve e ricordi blandi di
una certa vita lasciata indietro, laggiù o lassù
da qualche parte, insomma… Senza nomi di città,
o di strade, o cognomi strani, o numeri civici e di telefono.
Ignoti, ignoranti e ignorati
in eterno.
Non c’importerà più di niente
perché niente saremo.
Forse vivi, forse no
in ogni caso non lo scopriremo.
Finalmente
sorridendo, senza sapere come
ci dimenticheremo
sui marciapiedi dell’universo.
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(tratta da “Pomeriggi perduti”, edizioni Kolibris – 2019)
immagine: L’isola dei morti (Die Toteninsel), Arnold Böcklin
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– video correlato –
“Where the Streets Have No Name”, U2