Da “Pomeriggi perduti”…
Ritorneranno le grigie truppe
tra muri di cemento e d’edera
e cani sciolti in spazi ingiusti,
spiate da finestre tristi.
Come quando a Napoli
tutto aveva il sapore dell’inizio
fresche angosce a cui dare un nome
e si vagava per molto meno
inseguendo fantasmi a buon prezzo
e solitudini smaltite in strada.
Scie d’aerei non ancora chimiche
tra cieli azzurri e beffardi
nonostante novembre
a prendersi gioco di acerbe libertà,
anima precaria
che si credeva ebbra di albori.
Involuzioni di una pelle amata
e il freddo che fa tornare
giovani, liberi come nel buio
bastando a se stessi.
È stata solo una tregua, dunque
quel riconoscersi dolceamaro
quella pioggia sotto alberi che erano casa
i caffè clandestini dagli albanesi
la mano non data, a volte sfiorata
i piedi nudi sul petto?
Ritornano le grigie truppe
sconfitte a marzo
dinanzi ai bastioni
rinforzati dal dolore,
poeti partigiani
resistenti alla morte d’amore
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