Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
Dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo; ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e il suon di lei. Così tra questa
Immensità s’annega il pensier mio:
E il naufragar m’è dolce in questo mare.
Giorno: 26 novembre 2019
Vanishing on 7th Street
Le ombre forse sono il ricordo dell’oscurità preindustriale, sono le paure legate a un’epoca dimenticata, rimossa, e ritornano per riportare gli esseri umani all’origine.
“Stay in the light – Rimani nella luce” recita la locandina del film Vanishing on 7th Street catalogato nel genere thriller/horror ma che offre elementi per un messaggio che va oltre la semplice funzione di “mettere paura”. Quando la notte cala, delle ombre inquietanti prendono il sopravvento lì dove la luce è scarsa o del tutto assente causando la misteriosa scomparsa delle persone che incontrano. Sopravvive solo chi comprende l’importanza della luce, naturale o artificiale: l’unico strumento in grado di tenere lontane le ombre; anche se le ombre, lo sappiamo, sono generate dalla luce. Ma non queste.
Cosa rappresentano queste ombre in continua ricerca di esseri viventi da trascinare con se? Le anime dei morti? Nuove forme del male? Evocazioni di sconosciute forze ancestrali? Non è importante conoscere la loro precisa natura, la loro origine, quanto piuttosto il loro rapporto con la luce: forse le ombre rappresentano il prodotto…
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