Leggo veloce la bellezza scritta
per gabbare l’ora della morte,
cuscinetti rosa sotto le zampe
impastano rosse coperte di ricordi,
delicato è il passo fantasma
del mio crudele daimon.
Come sogno è il verso
pomeridiano, sfugge
dalla penna ignorante
non appena riapro gli occhi.
Con addosso zaini estinti
colmi di sudore acerbo
ho ripercorso deserti e pagine
perché la fine non attende
e in anticipo a volte prende
su tramonti dolci come lame.
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