[…] Conosciuto maggiormente per gli scritti scaturiti dalle personali sperimentazioni con le droghe (“Le porte della percezione” 1954 e “Paradiso e Inferno” 1956), Huxley non si limitò ai soli romanzi (fanta)scientifici, ma conobbe anche un fertile periodo in qualità di saggista, poeta, drammaturgo, critico e di abile speculatore filosofico. I suoi problemi di vista (Huxley trascorse gran parte della propria esistenza nella quasi totale oscurità fino a quando l’equipe oculistica del dottor Bates di New York non curò efficacemente la sua malattia alla cornea, permettendogli di riacquistare buona parte della vista) daranno vita al meraviglioso volume “L’arte di vedere” del 1942. Eppure le sue difficoltà visive non impediranno alla sua originalità e alla sua lungimiranza di “vedere” al di là del quotidiano e di formulare ipotesi preoccupanti e altrettanto realistiche sul futuro dell’umanità. Unendo la sua curiosità per le scoperte scientifiche al fervore per il dibattito politico e culturale, darà vita a una…
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