La poesia urbana di Michele Nigro
Non voglio scrivere nulla sulla ideologia, sulla personalità o sul retroterra culturale di Michele Nigro. So che è un artista multimediale e sperimentale. D’altronde, come ha dichiarato Nicholas Negroponte, il passaggio dagli atomi ai bit è inarrestabile e internet ne è una conseguenza, sebbene qualche intellettuale consideri il web un’anticultura per eccellenza. A mio avviso il flusso di coscienza di Joyce e l’ipertesto possono coesistere pacificamente¹. Non voglio in questa sede neanche stabilire cosa sia la poesia e cosa sia la poetica. Forse la poesia è un insieme di intuizioni verbali e la poetica è la riflessione sulla poesia da parte dell’autore. Probabilmente sappiamo solo che l’arte, per dirla alla Pareyson, è “il bisogno dell’inutile”. Si noti l’ossimoro. Di più forse non si può scrivere, vista e considerata la polisemia dell’opera d’arte e la polifonia della letteratura contemporanea. Nella storia dell’arte è accaduto…
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