Settembre

… manca ancora un giorno al mio amato Settembre: mi preparo…

Tratta da “Nessuno nasce pulito”…

N I G R I C A N T E

henri-cartier-bresson-470-wplok

Presagio autunnale dopo intemperanze estive

sei la promessa di una serietà invernale

ricca di sobrie novità.

Nell’aria profumo di libri scolastici e matite temperate

ritrovi una maglia leggera con odori dimenticati,

conti in sospeso e stanze da pulire,

prime nuvole sui ritorni alla realtà.

La città ti salverà!

Un sospiro sull’uscio di casa congeda l’invadenza d’agosto

si apre un passaggio concreto verso la fine del numero,

elettroni abbronzati rallentano la corsa sulle orbite del fare.

La sindrome produttiva da rientro

distrae l’uomo dai nuovi colori della mente

dagli ultimi coiti speranzosi nel quartiere

prima della discesa letargica e discreta

verso l’immobilità della pelle coperta.

Tra residui sprazzi di festa

giungerà puntuale con la brezza di mare

il freddo sussurro del futuro.

View original post

Interrompere le connessioni associative

N I G R I C A N T E

“È colpa dei pensieri associativi

se non riesco a stare adesso qui.”

(F. Battiato – Segnali di vita)

Slegate i cani se non volete che muoiano

Abbassare fino a zero l’audio fornito dalla cronaca di regime durante i telegiornali e sostituirlo con la musica di sottofondo preferita: per reinterpretare il messaggio, per slegarlo da logiche preconfezionate, per cogliere aspetti criptati. Spezzare le dinamiche festaiole pseudofamiliari per ritornare ad assaporare, consumando scarpe, la città raminga e solitaria tra stupidi rumori di guerriglia urbana e i clamori delle bollicine di un ennesimo anno morente. Il riverbero invernale della stupidità va combattuto adottando un cinico space clearing: avere il coraggio di interrompere le connessioni associative, pubbliche e private, in vista di un autentico ‘anno nuovo’. Le abitudini come eco di comandamenti scritti dalla noia su pietre tradizionali: il cambio di panorama scardinerà il ritmo voluto da chi non sa osare e s’illude…

View original post 407 altre parole

ISTANTANEE- Fernanda Ferraresso: I “Pomeriggi perduti” di Michele Nigro

Un grazie di cuore per queste parole a Fernanda Ferraresso…

“… Per questo il rammentare le ricuce a noi, ne fa nostro corpo, stabile, in cui abitare tra spazio e tempo, in una continua rincorsa all’intervallo di quel limite che è il frattale matematico che sempre arrotonda l’errore ma mai raggiunge l’immagine del reale…”

CARTESENSIBILI

agate apkalne

.

Perdere tempo, quante volte ce lo dicono e lo diciamo a noi stessi! Quante volte vorremmo perdere davvero il tempo che pesa e si aggroviglia ai fasci muscolari, alle ossa, inceppa, fa arrancare , o mette a soqquadro il cuore. Pesate o lieve non facciamo altro che questo: perdiamo tempo, come una clessidra la sua sabbia fino a quando, all’ultimo granello, non ci siamo più, né a dire di noi, né degli altri. Niente pantomime, niente bugie, niente più nessuna parola o sguardo o litania. Niente di niente.Né alba o tramonto, niente sere e nemmeno pomeriggi. Ricordi, emozioni sensazioni, sogni, frasi, annotati dentro di noi a volte, nelle lenti silenziose del giorno, il pomeriggio spesso, nel quasi dormiveglia in cui ci si assenta dalla quotidiana omologata uniformità dei grigiori interiori, dalla fretta a cui il mondo ci sottopone, in pressante pressapochismo, a volte capita di rassettare le…

View original post 885 altre parole

Lettera a una donna amata, persa e ritrovata…

Ora sembrerebbe non esserci più niente da scoprire, niente in cui sperare: solo piccole vendette per nutrire il proprio ego, solo amabili resti di un sentimento vago da salvare dalla morsa invernale del disincanto. Ma non è così, non può essere già così!

N I G R I C A N T E

un_viaggio_chiamato_amore__ph-_philippe_antonello_

Napoli, 10 febbraio 2009

Cara Sibilla,

la mia partenza un po’ precipitosa da Firenze e il tuo comprensibile umore nero causato dalla brutta notizia giunta via telefono Domenica mattina, sorprendendoti durante il nostro primo caffè, non mi hanno permesso di lasciarti in eredità le parole che meriti.

La mia non è retorica diplomatica ma pura comunicazione amichevole e spontanea… Seppur ritardataria.

Noi “intellettuali” siamo così: viviamo in “differita”! Soprattutto quando si tratta di parlare di sentimenti, cerchiamo le parole giuste come se ci trovassimo al cospetto di una poesia o di un saggio.

Recuperare un’amicizia, un affetto dopo tanti anni è sempre motivo di grande gioia: passare dal silenzio alla comunicazione e addirittura – oddio, ancora devo realizzare la cosa! – all’incontro ravvicinato, corrisponde, almeno dal mio umile punto di vista, a un grande traguardo umano. Indipendentemente dall’esito finale.

Diciamoci grazie, l’uno all’altra! Siamo stati bravi per questo atto di coraggio…

View original post 1.946 altre parole

Franco Battiato. Soprattutto il silenzio

N I G R I C A N T E

Quando parliamo di canzone siamo abituati a riferirci, per merito o per colpa di un certo condizionamento sanremese, a un tipo di componimento musicale e vocale caratterizzato da un filo logico ben evidente, le cui parti (introduzione – strofa – ritornello – strofa – inciso musicale – finale) soddisfano una coerenza ‘scolastica’ di fondo. La “trama” di queste canzoni è facile da individuare ed è per questo motivo che riescono a rispettare certi parametri standard accettati dalla maggioranza: “Canzone vocale. Musica destinata al popolo, di facile presa e assimilazione, si giovò agli inizi di elementi colti e popolari…” (fonte Wikipedia)

Se c’è un cantautore italiano che ha avuto il coraggio, nonostante le sue primissime esperienze nel mondo della musica leggera siano state proprio di stampo popolar-commerciale, di tagliare il cordone ombelicale dal rischio di standardizzazione, questo è senza alcuna ombra di dubbio Franco Battiato. La scelta…

View original post 723 altre parole

Vinicio Capossela nel paese dei coppoloni

N I G R I C A N T E

Foto-∏VALERIO-SPADA-V2-1

Lo so, ora siete tutti presi dal successo ai botteghini del film di Checco Zalone e vi starete ancora piegando dalle risate per le sarcastiche sferzate che il geniale comico barese ha inflitto alle italiche debolezze, ma desidero tentare ugualmente di buttare giù alcune considerazioni riguardanti una pellicola che certamente non avrà le fortune economiche di Zalone (e come potrebbe in soli due giorni di programmazione nelle sale?) e che merita un altro tipo di analisi e di apprezzamento. E nel farlo contrapporrò alla domanda “Quo vado?” formulata da Checco Zalone, scimmiottando il titolo di un famosissimo kolossal del ’51, un’altra ben più consistente e profonda che Vinicio Capossela porge insistentemente a se stesso e agli spettatori nel corso del suo film intitolato “Vinicio Capossela – Nel paese dei coppoloni” (e ispirato al romanzo – “Il paese dei coppoloni” – scritto dall’artista di origine irpina): <<Chi siete? A chi appartenete? Cosa andate cercando?>>

View original post 601 altre parole

Desidera la donna d’altri!

… l’unica infedeltà è quella che commettiamo verso noi stessi, verso la nostra natura, i nostri sentimenti, la nostra storia personale che è fatta naturalmente di mutamenti, di contrordini, di deviazioni da precedenti stati d’animo.

N I G R I C A N T E

versione pdf: Desidera la donna d’altri!

Agli amori impossibili

e a quegli amanti che li rendono tali

Recita il nono comandamento del Decalogo, meglio conosciuto come I dieci comandamenti: “Non desiderare la donna d’altri”; essendo il termine donna piuttosto generico, in quanto comprendente anche una persona nubile di età adulta o una giovane ragazza che pur avendo raggiunto la maturità sessuale non è ancora in età da matrimonio, gli esegeti in difficoltà fanno ricorso alla versione del Decalogo tratta dal libro dell’Esodo in cui si specifica severamente, rivolgendosi ai tipi vaghi: “Non desiderare la moglie del tuo prossimo”, restringendo decisamente il campo e allontanando il fedele da qualsivoglia rischio interpretativo. Indipendentemente dall’utilizzo del termine donna o moglie, il principale bug contenuto in questo comandamento è il carattere di possesso, esercitato dall’uomo nei confronti della donna, che traspare dalle parole: comandamento che, per chi crede…

View original post 1.960 altre parole

I comunisti mangiano i bambini

E mentre in un ristorante romano PD e M5S, tra una pajata e un carciofo alla giudìa, avviano le trattative per un probabile governo giallorosso, mi è tornato in mente un mio vecchio cavallo di battaglia gastronarrativo… ripescato dal migliore periodo antiberlusconiano…

N I G R I C A N T E

“I comunisti mangiano i bambini”

(omicidio politico in salsa splatter)

Quella serata era stata pensata con semplicità.

L’atmosfera calda e impenetrabile della villa di Arcore, una cenetta accompagnata da una buona annata con cui pasteggiare, gli amici di sempre: Fedele Confalonieri non s’era lasciato sfuggire l’occasione di riproporre sul pianoforte della sala da pranzo uno dei cavalli di battaglia di Charles Trénet; Mariano Apicella ascoltava sul divano con la sua immancabile chitarra tra le mani in attesa di poter cantare in onore del padrone di casa; Marcello Dell’Utri, apparentemente isolato, era intento a valutare meticolosamente uno dei costosi incunaboli da poco acquistati dal Cavaliere presso un noto libraio di San Pietroburgo, amico della famiglia di Putin… Non distante, in una “zona rosa” della sala, Veronica, bella più che mai, discuteva su questioni estetiche con le altre mogli intervenute al seguito.

Sua “Emittenza” Silvio Berlusconi, comodamente seduto su uno dei sofà…

View original post 943 altre parole

PoEstate Silva: Michele Nigro, Poesie da “Pomeriggi perduti”

Poetarum Silva

Bisaccia

Era il tranquillo fumo
di sospirati sigari lucani
che, fuggendo dalla città
mi accoglieva d’estate
disteso su balconi isolati.
Sul confine tra antiche terre
torno a respirare
un’aria filtrata dalla pietra,
all’ombra serale
del castello ducale.

In una casa bassa
aperta sul paese
strusciante di
anime in altura
due vecchi senza più desideri
e stanchi di vita
con le spalle rivolte al mondo
guardano la tivvù.

Non li scalfiscono
le letture dei poeti.

La casa senza noi
(Protagora)

Come corpo morto
pian piano si fredda
la casa lasciata sola
non vissuta da aliti umani
vapori di brodo sui vetri
e caldi sospiri di stufa.
Tra queste quattro mura inanimate
si rifugia forse lo spirito
della storia che non conta
il tempo
perché tempi non conosce?

Cosa fai al buio, d’inverno
durante le lontane feste?

I testimoni oculari
che tutto misurano
lasciano dietro di sé
polveri ignoranti
tra…

View original post 679 altre parole

WikiPoesia: Enciclopedia Poetica

Su WikiPoesia, enciclopedia poetica, una scheda dedicata al sottoscritto contenente un elenco parziale dei premi ricevuti in questi anni e altre informazioni. La “filosofia wikipediana” che sta alla base di questa iniziativa è assolutamente interessante e condivisibile.

Continua a leggere “WikiPoesia: Enciclopedia Poetica”

“Pomeriggi…” nella biblioteca comunale di Baragiano (Pz)

Autori, cantautori, artisti baragianesi, sono stati invitati a donare una copia delle proprie opere in vista della creazione di una sottosezione della biblioteca comunale di Baragiano (Pz) dedicata alle firme “locali” provenienti da differenti campi artistici: tra i tanti che hanno risposto all’appello, il poeta Mariano Lizzadro, il musicista Gabriele Russillo, solo per citarne alcuni. Sperando in un futuro ampliamento della suddetta sottosezione coinvolgendo altre realtà limitrofe e in una migliore capacità comunicativa e organizzativa da parte dei promotori e dell’amministrazione.

Segue uno stralcio delle note bio-bibliografiche con cui ho voluto accompagnare la mia donazione:

“… Soprattutto nei suoi scritti poetici, pur senza mai nominare alcun luogo, fatto o personaggio, e non avvertendo l’esigenza di recuperare un certo “colorito locale”, è presente una forte “lucanità”, non sempre riconoscibile, che si esprime attraverso elementi naturali, ricordi personali, sprazzi di una quotidianità semplice in cerca di una collocazione universale…”.

È sempre indispensabile sottolineare le differenze con certi prodotti culturali locali eccessivamente impantanati in un tradizionalismo linguistico e in una ricerca dialettistica che hanno fatto il loro tempo!

Poesia e Libertà: intervista a Michele Nigro…

N I G R I C A N T E

Pubblicata “a puntate” su Instagram (i_libri_salvano) grazie alla book influencer Sara Maria Luna, ripropongo in versione integrale questa bella e lunga intervista di Anna Maria Di Pietro pensata per il sottoscritto… Buona lettura!

versione pdf: Poesia e Libertà, intervista a Michele Nigro

foto autore quarta di cop JPEG scuro

INTERVISTA A MICHELE NIGRO

a cura di Anna Maria Di Pietro

 

Se dovessi descrivere Michele Nigro con un aggettivo, direi che è libero.

L’ho incontrato tra i versi del suo libro “Nessuno nasce pulito” (ed. nugae 2.0), una raccolta di poesie vere, nude. È stato come sfogliare un album dove ogni poesia è una fotografia che immortala un momento, uno stato d’animo, uno stralcio di vita vera, senza filtri, senza alterazioni. Lui è di quelli che non cerca le parole ma da loro si fa trovare, le accoglie e le fa vivere regalando al lettore una sorta di “mappa del tesoro” per…

View original post 2.770 altre parole

Le domande da risveglio

N I G R I C A N T E

10805574_10203292574863025_4582025582374469975_n

RQM

(Rapid Question Movement)

Affacciata alla finestra di un nuovo giorno di quella sua strana vita, si poneva le solite, veloci, puntuali domande in attesa del caffè in risalita lenta dal freddo notturno: “che pianeta è questo? in che paese mi trovo? in quale città?”. E ancora: “che lingua userò oggi, la stessa di ieri? quali gesti? sono sicura di essermi svegliata o sto ancora vivendo in un sogno? chi o cosa può darmi la prova che questa sia la realtà? è tutto vero o è solo uno tra i tanti punti di vista imposti dall’abitudine al falso?”. Tutto quello che di crudo e apparentemente presente i suoi nervi ottici trasportavano verso l’area cerebrale deputata alla rielaborazione dei dati, erano sequenze create da un artista del nuovo realismo elettronico e ritrasmesse nella sua, diciamo così, ‘coscienza’ o si trattava di un breve momento reale sfuggito al controllo del programma giornaliero che stava caricandosi…

View original post 421 altre parole

Il tempo di una sigaretta

Lei mi fissa mentre continuo a osservare, sfoggiando un falso interesse da duro intenditore, le varie etichette di whisky. E lentamente, distendendo la sua immensa schiena nuda verso di me, porta le sue labbra rosse come la lava di un vulcano attivo a portata di bacio o di sputo, a seconda della risposta che ha in mente per me.

N I G R I C A N T E

Il tempo di una sigaretta

Vi siete mai chiesti perché la vostra bionda preferita, pur rispettandovi e dimostrandovi la sua sincera amicizia, alla fine sceglie sempre di farsi sbattere dal tipo più improbabile che passa per caso al “China Jazz Club” e che c’ha il portafogli a mantice? Vi siete mai chiesti quanti musicisti si ritrovano in questo fumoso buco cinese a fare jazz solo perché non hanno vinto il concorso in qualche orchestra o nella banda municipale dove ti pagano pure i contributi per la pensione? Vi siete mai chiesti quante volte un barman, durante una serata e una nottata, pulisce il bancone con lo straccetto umido prima di servire i nuovi clienti? Vi siete mai chiesti quanti cadaveri vengono gettati dai retro dei locali direttamente nell’immondizia dei vicoli stretti e puzzolenti di Neaples City?

buscaglioneE poi, chi di voi non si è mai chiesto quanti pugni d’orzo occorrono…

View original post 2.519 altre parole