“Il bardo che attraversa il Bardo”, postfazione alla silloge “Ossa” di Francesco Innella

versione pdf: “Il bardo che attraversa il Bardo” – Postfazione a “Ossa” di Francesco Innella

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Il bardo che attraversa il Bardo

Mi ha sempre incuriosito il duplice significato del termine “bardo”, almeno nella lingua italiana: se da una parte viene definito bardo il poeta che per mezzo dei suoi versi canta antiche imprese epiche, secondo la dottrina buddista il Bardo è uno stadio intermedio, di transizione, tra la morte e la rinascita, perfettamente descritto nel Libro tibetano dei morti (Bardo Thodol). Mi piacerebbe leggere, in questa convivenza forzata tra etimologie, una comune chiave esegetica: la poesia, che per sua natura esplora l’indicibile, tentando di percepire quell’insondabile che sfiora l’umana vita terrena, è l’unico strumento che l’essere pensante ha a sua disposizione per lambire l’invisibile, avvicinarsi all’inspiegabile, all’inconoscibilità tipica della morte. Solo la poesia può riempire i buchi conoscitivi della scienza; solo la parola  –  e non i dati – può colmare, se pure limitatamente, la distanza tra noi e il mistero della vita oltre la vita.

Dopo aver letto la breve silloge intitolata “Ossa” del poeta Francesco Innella, ho voluto rivedere, in preparazione a questa mia nota in postfazione, il documentario Attraversando il bardo” (Sguardi sull’aldilà), del cantautore e in questo caso regista siciliano Franco Battiato, nel quale viene descritto da diversi punti di vista il fenomeno della morte che un certo materialismo edonistico di stampo prevalentemente occidentale ci ha insegnato a temere e a cancellare dalla nostra vita in quanto argomento scomodo, intristente, malaugurante. Un tema da evitare anziché accogliere, abbracciare, fare proprio.

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ANARCHIA E FUTURO NEL METAVERSO, INTERVISTA A MICHELE NIGRO a cura di Roberto Guerra

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“… Noi tutti siamo legati ai piaceri che il corpo ci dona in questa vita, oltre alle inevitabili sofferenze che fanno parte del “pacchetto” esistenziale. Nel mio racconto non mi riferisco indirettamente a una liberazione attraverso improbabili vie ascetiche, ma auspicherei almeno a una presa di coscienza della nostra condizione di consumatori: “abbandonare” ogni tanto il corpo per tornare a intercettare altre priorità “superiori”. Forse oggi essere “anarchici” significa acquisire questa consapevolezza? E l’”eversione” è tutto ciò che ci distrae dal progetto che un certo capitalismo ha pensato su di noi? Chissà… E l’”immersione nel virtuale” è la metafora laica di una sempre più urgente riscoperta spirituale da parte di un’umanità allo sbando?…”

PER LEGGERE L’INTERA INTERVISTA: clicca QUI!

oppure

versione pdf: “Anarcometaverso”, intervista a Michele Nigro a cura di Roberto Guerra

vedi anche:

“Anarcometaverso”, videointervista a Michele Nigro, a cura di Franco Innella

“Anarcometaverso”, videointervista a Michele Nigro…

Franco Innella rivolge alcune domande a Michele Nigro, autore del racconto post-cyberpunk intitolato “Anarcometaverso” e incluso nella mini-antologia “Delle Eloquenti Distopie” vol.2 (Delos Digital, 2023) curata e introdotta dallo scrittore romano Sandro Battisti

Per acquistare l’e-book di “Delle Eloquenti Distopie”: QUI!

Su “Delle Eloquenti Distopie 2” e altro: mini-intervista di Roberto Guerra a Michele Nigro…

versione pdf: Su “Delle Eloquenti Distopie 2” e altro: mini-intervista di Roberto Guerra a Michele Nigro

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(Roberto Guerra) Per queste feste natalizie 2023, una bella novità editoriale: un florilegio di tre autori per la miniantologia “Delle Eloquenti Distopie” vol.2 curata da Sandro Battisti per la collana “non-aligned objects” della Delos Digital… Uno zoom in merito, per la tua sezione?

(Michele Nigro) Ti dirò, il mio ritorno (ma è un ritorno?) nella fantascienza è stato qualcosa di fortuito. Latitante da molti, troppi anni dal genere fantascientifico sia in qualità di lettore che di scrivente, alcuni mesi prima dell’estate 2023 sono stato invitato dallo scrittore romano Sandro Battisti (già co-fondatore del movimento artistico-letterario denominato Connettivismo) a partecipare con un mio racconto inedito a un’antologia per la collana da lui curata per la Delos Digital. Inizialmente scettico sulla riuscita di un mio ritorno nel genere, ho accettato con riserva: quindi ho cercato dentro di me, ma anche un po’ fuori, nella vita quotidiana e nella cronaca, un’idea sufficientemente originale per fornire alla mia partecipazione un minimo di qualità stilistica e contenutistica; non è facile tornare a scrivere di argomenti che hai involontariamente snobbato per anni, perché catturato da altri interessi “letterari” che ti hanno di fatto portato lontano mille miglia da una materia che richiede “fedeltà” nel tempo e una certa attenzione nei confronti degli autori di un genere (o sottogenere) letterario e delle loro pubblicazioni. Proiettato in un mondo ormai non più mio, man mano che l’idea scelta per un probabile canovaccio si concretizzava sul monitor, però, ho capito che forse non avevo del tutto disimparato a “sospendere la mia incredulità” come richiesto dalla narrativa fantascientifica: d’altronde anche in poesia il poeta, utilizzando un linguaggio decisamente non quotidiano, tenta di trasportare il lettore verso mondi inverosimili, interiori, nel regno dell’indicibile, per descrivere a volte ciò che viviamo nella nostra realtà senza accorgercene. È nato così il mio racconto — che oso autodefinire postcyberpunk (in attesa di eventuali smentite da parte degli esperti del settore) — intitolato “Anarcometaverso” e incluso nel secondo volume dell’antologia “Delle Eloquenti Distopie” per la collana curata da Battisti “non-aligned objects” (edizioni Delos Digital).

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“Anarcometaverso”, per “Delle Eloquenti Distopie” vol.2

Latitante da molti, troppi anni dal genere fantascientifico sia in qualità di lettore che di scrivente, alcuni mesi prima dell’estate 2023 sono stato invitato dallo scrittore romano Sandro Battisti (già co-fondatore del movimento artistico-letterario denominato Connettivismo) a partecipare con un mio racconto inedito a un’antologia per la collana da lui curata per la Delos Digital. Inizialmente scettico sulla riuscita di un mio ritorno nel genere, ho accettato con riserva: quindi ho cercato dentro di me, ma anche un po’ fuori, nella vita quotidiana e nella cronaca, un’idea sufficientemente originale per fornire alla mia partecipazione un minimo di qualità stilistica e contenutistica; non è facile tornare a scrivere di argomenti che hai involontariamente snobbato per anni, perché catturato da altri interessi “letterari” che ti hanno di fatto portato lontano mille miglia da una materia che richiede “fedeltà” nel tempo e una certa attenzione nei confronti degli autori di un genere (o sottogenere) letterario e delle loro pubblicazioni. Proiettato in un mondo ormai non più mio, man mano che l’idea scelta per un probabile canovaccio si concretizzava sul monitor, però, ho capito che forse non avevo del tutto disimparato a “sospendere la mia incredulità”: d’altronde anche in poesia il poeta utilizzando un linguaggio decisamente non quotidiano tenta di trasportare il lettore verso mondi inverosimili, interiori, nel regno dell’indicibile, per descrivere a volte ciò che viviamo nella nostra realtà senza accorgercene. È nato così il mio racconto — che oso autodefinire postcyberpunk (in attesa di eventuali smentite da parte degli esperti del settore) — intitolato “Anarcometaverso” e incluso nel secondo volume dell’antologia “Delle Eloquenti Distopie” per la collana curata da Battisti “non-aligned objects” (edizioni Delos Digital). Buona lettura!

Ecco come il curatore Sandro Battisti annuncia sui social l’uscita dell’ebook, citando a sua volta l’editore Silvio Sosio che mi sento di ringraziare per questa bella opportunità:

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Poesie minori. Pensieri minimi: materiali di risulta (la collana)

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Dove finisce la poesia e comincia il pensiero? Questa collana in tre movimenti di “poesie minori e pensieri minimi”, creata con “materiali di risulta”, non vuole essere un ostentato elogio della brevità (perché in alcuni casi, pochi in realtà, non si troverà un testo breve) ma il tentativo di definire questo confine, mescolando poesie minori con pensieri minimi, senza fornire indicazioni per distinguere le une dagli altri. Sarà il lettore a separare, in base alla propria sensibilità ed esperienza, le poesie-pensiero dai pensieri poetici. Qualora ve ne fossero. Poesie e pensieri non sprovvisti di ironia, di un piglio dissacratorio, severo, lapidario, a volte rabbioso, di sfumature irriverenti, di parole eccessivamente “quotidiane”. Correndo il rischio di essere sottovalutati o fraintesi, anche se tutto è già stato previsto. Perché, forse, rischia di prendersi troppo sul serio solo chi non sa cogliere nell’apparente banalità la potenziale lungimiranza di un messaggio breve o scanzonato. (Michele Nigro)

Per leggere i 3 libri della collana: QUI!

“Poesie minori. Pensieri minimi”, materiali di risulta: volume terzo

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[…] Dove finisce la poesia e comincia il pensiero? Questa terza (e ultima, a completamento di una trilogia non richiesta) silloge, creata con “materiali di risulta”, come è stato per la prima pubblicata nel 2018 e la seconda nel 2020, non vuole essere un ostentato elogio della brevità (perché in alcuni casi, pochi in realtà, non si troverà un testo breve) ma il tentativo di definire questo confine, mescolando poesie minori con pensieri minimi, senza fornire indicazioni per distinguere le une dagli altri. Sarà il lettore a separare, in base alla propria sensibilità ed esperienza, le poesie-pensiero dai pensieri poetici. Qualora ve ne fossero. Poesie e pensieri non sprovvisti di ironia, di un piglio dissacratorio, severo, lapidario, a volte rabbioso, di sfumature irriverenti, di parole eccessivamente “quotidiane”. Correndo il rischio di essere sottovalutati o fraintesi, anche se tutto è già stato previsto. Perché, forse, rischia di prendersi troppo sul serio solo chi non sa cogliere nell’apparente banalità la potenziale lungimiranza di un messaggio breve o scanzonato. (dalla Premessa)

[…]

Conservo musica
come pane nel tasco
prima dei molti cammini
nel silenzio cercato.

Tu, senza campo, ladra
di passati in estate
distruggi vecchi diari
foto di quel che eri
e metti in vendita
la casa dell’infanzia.

Donna che non lascia tracce
partirò anche per te
con il favore delle tenebre
verso la nostra dimora ideale.

Ci si immola in branco
sul palcoscenico dedicato
al morto che scriveva dei morti,
fingendo opportune lacrime
per le future succulenti
mancate novità.

Un cane abbaia inutile
all’afa densa della sera,
nuovi cementi in cartellone
annunciano altre verdi sconfitte

alla fine di questo cicaleggio
non resteranno che vuoti timballi.

Raccogli segni fossili
di quando c’era il mare
dove ora parli ai monti,

non toglierli da lì, dal loro attimo
non pensare che siano morti,
torneranno le antiche acque
per umani errori da punire

riprenderanno a muoversi
agitando code e valve
padroni in città sommerse
scendendo da liquide alture.

Ridicolo è l’outfit
del poeta-performer,
si crede un Mosè rasta
di ritorno dal Comanda-
menti-slam di un dio morto
sulla montagna del troppo detto.

[…]

(Tratto da “Poesie minori. Pensieri minimi”; sottotitolo: materiali di risulta – Vol.3 – ed. nugae 2.0 – anno 2021)

Per leggere “Poesie minori. Pensieri minimi” vol.3: clicca QUI!

Per la Collana “Poesie minori. Pensieri minimi: materiali di risulta” (3 sillogi): clicca QUI!

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Il futuro del Futurismo: 3 domande a Roberto Guerra

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“Futurismo” è sempre stato sinonimo di entusiasmo tecnologico, rilancio, proiezione dell’inventiva umana verso nuovi obiettivi sociali e culturali; lo scorso 9 agosto è stato l’anniversario del “folle volo” di D’Annunzio su Vienna (1918), che fu per certi versi più futurista dei futuristi. Quali voli neofuturistici intravedi per questa Italia post-pandemica? 

Il futurismo (aggiornato) è stato il grande sogno della mia passeggiata terrestre. Il neofuturismo cosiddetto, fu… l’ultima stagione creativa del Duemila, favorita dalla rivoluzione elettronica che sembrava confermare le migliori intuizioni di Marinetti e i futuristi. In senso strettamente artistico, l’ultimo volo è stato di Vitaldo Conte: per il centenario del Manifesto futurista nel 2009 nei cieli di Roma come paracadutista, declamando Marinetti all’atterraggio. Vedi su YouTube: QUI!

Dal virus e tra i suoi effetti sociali (certi, non statistiche di troppi virologi) il futuro è sicuramente ibernato, soprattutto per le nuove generazioni; il futuro tornerà solo tra decenni, siamo realmente nell’era di Orwell… Voli prossimi (neofuturistici) in senso sociale? Non credo.

Nel tuo ultimo lavoro, l’ebook intitolato “Futurismo Duemila” (Tiemme Digitali), ti occupi della storia del neofuturismo e della sua fine; ma è veramente finita? Al di là dei neologismi associati (neo, post, trans) nel corso della storia alla parola futurismo, non è appunto nei periodi di rinascita che c’è più bisogno di “avanguardia”? 

In realtà, negli ultimi anni del decennio scorso, dopo un apice, le reti neofuturiste si erano già esaurite. Siamo andati avanti il sottoscritto, Vitaldo Conte, Antonio Fiore Ufagrà, S. Giovannini e altri però singoli futuristici. Altri della rete, si occupano di percorsi laterali e personali. Naturalmente, il futurismo non ha mai esaurito la necessità storica di avanguardie plurime. Ancora ne esistono, ma strettamente letterarie o solo artistiche. Certo zeitgeist del tempo, certo livello minimo di democrazia e credibilità dei politici e dei media, la fine stessa della scienza come verosimile (in dubbio ormai dopo la gestione pandemica mondiale, per la comunicazione terroristica troppi sono persino contro i vaccini!) attualmente impedisce la nascita di nuove avanguardie globali forti. Quando si parla di rinascita postvirus vi è molta retorica irrealistica. Al massimo si può sperare in una sopravvivenza minimale creativa. Per le nuove generazioni, se si svegliano o le si lascia risvegliare, magari, potrebbe esserci una singolarità storica dirompente, il potere ai 16-40enni e relax per longevi e meno longevi… Dalla vecchia “Immaginazione al Potere” (semifallimentare) all’attuale “Follia al Potere”, per giungere finalmente un domani alla vera “Giovinezza al Potere”. E nuove arti e letterature, mix arte-scienza, parzialmente digitali…

Che ne pensi delle critiche da parte della Chiesa al Transumanesimo?

La parola dovrebbe essere Libera, quindi legittima ogni critica al cosiddetto futurismo transumanista, scientifico, all’estero tutt’ora in primo piano nelle ricerche. Vero anche che molte critiche bioetiche della Chiesa di Roma o dei “conservatori”, sono fake news mediatiche (Internet o Giornali). Recentemente ho contestato questa percezione mainstream del transumanesimo: leggi QUI! In breve, molto spesso, a parte, ripeto, legittimi dubbi, in quanto si parla di prospettive a cui mancano spesso ancora le tecnologie e anche importanti “certezze” epistemologiche, queste fake news non si riferiscono mai alle informazioni ufficiali dei più importanti (anche sul piano accademico) transumanisti internazionali (Z. Istvan, A. de Grey, M. More, R. Kurzweil, V. Pride, M. Rothblatt e molti altri), facilmente reperibili su riviste e giornali Internet ufficiali e nella letteratura postumana ufficiale. Molti timori e analisi giornalistiche sembrano al contrario proiezioni soggettive e di certi gruppi, proprio del vecchio mondo attuale e reale, proprio dopo il virus: Nuovo Ordine Mondiale, genderismo ecc. Inconciliabilità tra Chiese e Transumanesimo? Basta un Teilhard de Chardin per smentire questo passatismo… Poi, vero, dopo il virus, ingegneria genetica o altre scienze di punta vanno viste con più attenzione ecologica ed etico-tecnologica…

Segue presentazione dell’ebook:

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Sette quadri da “La Prigioniera”, Aa. Vv.

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Onorato di essere tra gli Autori selezionati per l’antologia proustiana di LaRecherche.it, curata da Giuliano Brenna e Roberto Maggiani, intitolata Sette quadri da “La Prigioniera”.

Per leggere e/o scaricare l’ebook: QUI!

“… in occasione dei 150 anni dalla nascita di Marcel Proust facciamo festa pubblicando la consueta antologia proustiana di LaRecherche.it. Hanno contribuito alla sua realizzazione ben 86 autori con opere di narrativa, di poesia o visive…”

 

Nota a “Julius Evola (Vita Arte Poesia Eros come Pensiero e Virus)” di Vitaldo Conte

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Fa bene Vitaldo Conte a parlare di “tabù” nel suo “opuscolo-ebook” dedicato a Julius Evola (Tiemme Edizioni Digitali, 2021): tenuto in disparte durante periodi storici nevralgici del nostro paese, per poi essere ampiamente “riutilizzato” in qualità di punto di riferimento filosofico da una certa parte politica per fini ideologici, riscopriamo attraverso questa piccola ma intensa raccolta di saggi e interventi di Conte, un Evola pittore e poeta pressoché sconosciuto, un Evola prodromico al ben più noto filosofo, da scoprire o riscoprire. Oserei dire un Evola finalmente deideologizzato.

Evola era ed è un artista e filosofo scomodo, “pericoloso” e “maledetto”, controcorrente – occupandosi di alchimia, di trascendenza e di Metafisica del sesso -, persino antipatico e quindi ostracizzato; criticò il Fascismo e da questo fu sistematicamente distanziato, per poi essere riletto dalla “… gioventù alternativa dell’area di destra, negli anni ’50 e ’60, dopo decenni d’assenza di pensiero…”. Un po’ come è accaduto allo scrittore inglese Tolkien, al quale ancora oggi tirano la giacchetta da destra e da sinistra, ognuno in base alle proprie esigenze ideologiche. Il Tolkien delle “… radici profonde che non gelano…”, per intenderci, riciclate per accompagnare dal punto di vista letterario certi rigurgiti neofascisti della contemporaneità.

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2 poesie per “In canto”: free e-book delle Edizioni Kolibris

Su “In canto”, free e-book poliautoriale (in doppia versione italiano/inglese e italiano/spagnolo) delle Edizioni Kolibris, compaiono due poesie (“Le cose belle di sempre” e “Il momento perfetto”) tratte dalla mia raccolta “Pomeriggi perduti” (ed. Kolibris, 2019).

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Poesie minori. Pensieri minimi, volume 2

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[…] Questa seconda silloge, creata con “materiali di risulta”, come è stato per la prima pubblicata nel 2018, non vuole essere un ostentato elogio della brevità (perché in alcuni casi, pochi in realtà, non si troverà un testo breve) ma il tentativo di definire questo confine, mescolando poesie minori con pensieri minimi, senza fornire indicazioni per distinguere le une dagli altri. Sarà il lettore a separare, in base alla propria sensibilità ed esperienza, le poesie-pensiero dai pensieri poetici. Qualora ve ne fossero. Poesie e pensieri non sprovvisti di ironia, di un piglio dissacratorio, severo, lapidario, a volte rabbioso, di sfumature irriverenti, di parole eccessivamente “quotidiane”. Correndo il rischio di essere sottovalutati o fraintesi, anche se tutto è già stato previsto. Perché, forse, rischia di prendersi troppo sul serio solo chi non sa cogliere nell’apparente banalità la potenziale lungimiranza di un messaggio breve o scanzonato.

Non lasciatevi ingannare dalla gratuità della distribuzione di questa silloge: quando accettiamo un dono, in realtà cediamo all’Autore del regalo una piccola porzione della nostra anima; mentre sorridiamo o riflettiamo tra un pensiero leggero e l’altro, lo abbiamo già ripagato con una moneta che non appartiene a questo mondo.

(dalla Premessa)

[…]

Salutarsi prima delle ferie
è solo un modo di dire,
si continua a stare nel centro trafficato
del cuore agitato d’inverno
anche lontani mille miglia
dalla sciagura dell’esserci.

Ma come fa ogni volta Settembre
a salvarci dall’incuria dell’estate?
Quale magia ci riporta indietro
nel ricordo delle cose sensate?

[…]

DOWNLOAD:

versione pdf gratuita: Poesie minori. Pensieri minimi – volume 2

Per leggere Poesie minori. Pensieri minimi – volume 1: QUI!

eBook n. 103: Il momento della partenza, di Michele Nigro [Saggio], LaRecherche.it

Il momento della partenza
Analogie e differenze tra gli esempi di Manzoni e Tolkien

La semplicità di questi personaggi creati dalla fantasia di Manzoni e Tolkien rende necessaria l’intermediazione (e non solo per fini narrativi) di figure importanti e trasversali come fra’ Cristoforo e Gandalf: il primo, strumento della Provvidenza, è il ‘padre spirituale’, il ponte tra Dio e la ‘povera gente’, è colui che non compie magie ma ‘combatte’
il nemico ricordandolo nelle sue preghiere; Gandalf è un vecchio saggio, uno ‘stregone’ (nell’accezione più esoterica e sapiente del termine) che conosce la Natura (umana, sovrumana e soprannaturale), interpreta i segni, consulta antichi testi, conosce lingue dimenticate, combatte il nemico utilizzando una conoscenza che non traspare mai se non nei momenti drammatici della ricerca.

Sorgente: eBook n. 103: Il momento della partenza, di Michele Nigro [Saggio], LaRecherche.it

Annuario di poesia 2019 de “Le stanze di carta”

L’annuario di poesia 2019, consultabile e scaricabile gratuitamente, raccoglie le pubblicazioni più interessanti proposte da Le stanze di carta nel corso del tempo, incluso una rosa di dodici autori contemporanei: Angela Greco, Davide Morelli, Francesco Innella, Loredana Borghetto, Lorenzo Mullon, Lucia Triolo, Maria P. Mischitelli, Marina Pizzi, Michele Nigro, Serenella Menichetti, Simona Giorgi, Vittorio Orlando. 
Oltre ai numerosi contributi tra scritture critiche, interviste e recensioni che lo rendono un libro prezioso, l’eBook promuove una serie di libri di poesia contemporanea, assieme ai liberi eBook realizzati da Le stanze di carta. Per prenotazioni della copia cartacea scrivere un’email a lestanzedicarta@libero.it

Per scaricare l’ebook: QUI!