Ivano Mugnaini intervista Michele Nigro

a tu per tu

Ho avuto il piacere di rispondere alle domande del poeta, romanziere, saggista, critico letterario, traduttore Ivano Mugnaini per un’intervista pubblicata sia sul blog “Dedalus” che sul suo sito personale.

Segue uno stralcio, ma per leggere l’intera intervista: QUI!

“… Fai parte degli autori cosiddetti “puristi”, coloro che scrivono solo poesia o solo prosa, o ti dedichi a entrambe? In caso affermativo, come interagiscono in te queste due differenti forme espressive?

Mi piacciono le contaminazioni (termine non molto amato in questo periodo!), non riuscirei a essere un purista coerente. In passato mi sono cimentato nella scrittura di racconti, anche di genere fantascientifico, e di tanto in tanto, come se mi assegnassi da solo un esercizio, li ri-edito, li rimastico, perché credo che la riscrittura, il rivedere con occhi evoluti le proprie parole, sia molto più importante che sfornare spasmodicamente nuovi testi. Lo stesso vale anche in poesia, ecco perché credo, sì, nella pubblicazione delle raccolte, senza per questo esasperarne gli obiettivi finali: spesso poesie di differenti sillogi convergono in un nuovo progetto che le accomuna, che le trasforma riassegnandole, donando al lettore attento un nuovo approccio, un rinnovato punto di vista sullo stesso componimento collocato in un contesto diverso.

In trascorse occasioni ho avuto modo di intercalare la poesia in flussi narrativi: occorreva farlo non solo per interrompere lo schema del testo, ma soprattutto per fornire liricità a una storia che non aveva intenzione di evolvere in maniera didascalica e descrittiva. Quando l’ho fatto in un contesto fantascientifico, compiendo certi innesti tra prosa e poesia, ho cominciato ad assaporare il significato di un ibridismo che per molti è sacrilegio.

In un futuro progetto riguardante la mia terra di origine – la Lucania -, che non so quando riuscirò a realizzare perché richiederà tempo e stanzialità (per titillare un genius loci senza il quale farei ben poco!), la commistione tra poesia e prosa sarà la regola, la struttura non casuale dell’intero edificio.

La specializzazione è una gran bella virtù, ma quando il purismo diventa fanatismo, allora vuol dire che è giunto il momento di prendere le distanze da certe posizioni. Il termine poeta è stato confinato a identificare solo ed esclusivamente il componitore di versi, ma per fortuna non è così: poeta, nella sua accezione creativa, è anche il narratore…”

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